lunedì 29 agosto 2011

Vento d'autunno nell'anima


Anime ci sfiorano nel loro passaggio lasciando una scia di ricordi futuri
Vite di altri che sfuggono alla profondità di un pensiero vacuo
Il vento porta via quel po’ di noi che era rimasto attaccato addosso
Nell’aria  polvere lieve, impalpabile, eterea
Un dialogo a due voci che si rincorrono nell’universo trafitto di stelle
Lo scrigno del cuore corroso dalla salsedine del pianto
si schiude al nuovo
viaggia in aride terre d’agosto assetate d’acqua e d’amore
Profumo d’inchiostro macchia stanchi polpastrelli di uno scrittore incompreso
Cicatrici sul volto tumefatto
Graffi sul legno
Il mondo riparte da dove si era interrotto
Un nuovo giorno spettina i pensieri spargendoli al prossimo autunno
Soffia sull’anima l’attesa scontrosa e prepotente
Destini svegliati nel momento sbagliato si infrangono in case senza confini con pareti di note e luce
Il sé vaga nell’oblio di immense distese buie
Ho accarezzato in un sogno lontano il suono di un vento caldo del sud svanito alle luci della solita alba

Simona Rivelli

domenica 21 agosto 2011

Dalla preistoria a banksy: un'esigenza "comune". Intervista al writer Nino Martino per cercare di spiegare un mondo notturno.


R.C. Il fenomeno dei writer è in costante aumento. A cosa imputi tale crescita?


N.M. L'incremento dei writers e del writing è dovuto ad una maggiore facilità nel reperire informazioni della cultura hip hop e scambio d' informazioni fra b boys, quando ho iniziato io esisteva solo un giornale mensile che trattava della cultura hip hop. Poi penso che la maggior parte lo faccia per moda, pochi si accostano al writing concependolo come forma d' arte o incarnando i principi della cultura hip hop.


R.C. In una città come quella in cui viviamo noi, ci sono maggiori difficoltà a potersi esprimere con questa forma d'arte, piuttosto che le grandi metropoli italiane ed internazionali? Se si quali

N.M. A Messina ci sono maggiori difficoltà in quanto è sempre stato visto come un fenomeno di vandalismo: le scritte inutili, ad esempio, fatte su facciate appena ristrutturate o, ancor peggio, su monumenti; fenomeni, questi,  che non hanno aiutato di certo a vedere il “graffitismo” come una forma di arte metropolitana. Il vero writer non sporca,tende a dare colore a grigiume del cemento.

R.C. Perchè questa forma d’arte è ancora piena di proibizioni e divieti? Se fosse "regolamentata" non ne trarrebbero tutti un giovamento?

N.M. Si, se fosse regolamentata tutti ne trarrebbero giovamento, comunque a Messina le precedenti amministrazioni ci avevano dato alcune aree come San Licandro. Così facendo, però,  si perde quel senso un pò di contestazione fatta in maniera illegale che il pezzo stesso dipinto sul muro vuole comunicare. È molto più eccitante fare un pezzo illegale, ovviamente su muri di aree industriali o dove non si recano danni.

 
R.C. Cosa vorreste chiedete alle istituzioni per venire incontro alle vostre esigenze

N.m: Alle istituzioni potremmo chiedere più spazi, o anche mezzi pubblici come autobus treni, o anche manifestazioni che trattino la street art, per diffondere sempre di più questa cultura ed evitare che ragazzini compiano scempi in aree d'interesse culturale e magari avere anche problemi al livello penale.

 
R.C. Ci sono stati episodi a rischio con le forze dell'ordine?

N.M. Si abbiamo avuto qualche problema con le forze dell'ordine, ma abbiamo trovato degli agenti comprensivi. Una volta avevamo appena finito di dipingere dei vagoni merci, ed uscendo ci siamo trovati una pattuglia della polfer, il poliziotto al suo collega ha detto tranquillo sono i pittori abusivi hanno preso le generalità, rimproverato ma poi ci siamo messi a scherzare. Gli stessi agenti ci hanno preso un'altra volta, ma ormai eravamo amici … hauhauahuahaaa. Non abbiamo mai fatto sporcato  monumenti, né danneggiato bellezze, per questo non ci hanno  fatto nulla. Siamo stati fortunati, altri amici sono stati denunciati.


R.C. Qual è stata la molla che ti ha spinto ad intraprendere questa forma d'arte?

N.M. La molla che mi ha fatto iniziare a dipingere è stata la possibilità di comunicare quello che sentivo con i colori in spazi immensi dove tutti potevano osservare, e nel caso di treni o autobus il mio messaggio poteva essere letto anche al di fuori della città. Comunque ho conosciuto la cultura hip hop attraverso lo skate, me ne sono innamorato ed oramai ne ho fatto una filosofia di vita che condivido ancora oggi con tutti gli amici con i quali ho cominciato a skaitare e dipingere e suonare.  Cultura che si fonda su 4 discipline: writing, mcing, breaking e djing, io mi sono accostato al writing e djing che tutt' ora pratico.


mercoledì 10 agosto 2011

Fotografie di Matteo Capodicasa - Terza puntata "Sguardi e antisguardi"

Altri fotogrammi dell'amico Matteo unite da un file rouge: "lo sguardo". 
Lo sguardo con il quale indaghiamo ciò che ci circonda, lo sguardo del mondo che cerca di scrutarci dentro. L'approccio alla vita è un susseguirsi di donare e ricevere sguardi, la "prima relazione". Sguardi eloquenti, sguardi che mentono........ godiamoci questi. Uomini, animali, cose... tutto nasce da uno sguardo.
Rosario Ciotto

  

Chiamiamo folle chi chiude gli occhi per vedere, e follia il rifiuto di vedere quello che tutti credono di vedere. Verità semmai è questo incurvamento dello sguardo, addirittura un rovesciamento, una cancellazione. E si sarebbe due volte folli se si fosse sordi a questo esercizio di verità.                                                             
  Maurizio Cattelan