martedì 25 settembre 2012

A proposito di una stagione all'interno .....



Roscio - IO nonostante ME -  anni 80' - 53,5 x 58,5 tecnica mista


A proposito di una stagione all’interno……..
IO nonostante ME - particolare
Incominciai presto a chiedermi chi fossi, credo intorno ai dodici anni, e soprattutto perché ero. Davo per scontato che fosse un pensiero condiviso tra i miei coetanei e che tutti avessero, assieme a sesso e “proibito comune”  curiosità, inespressa per pudore, riguardo a certi temi. Mi resi conto presto che non era così. Cominciai quindi a mascherare questa mia “debolezza” fino alla maggiore età, quando, in ambito universitario capii che le mie angosce giovanili erano privilegio di pochi eletti che si consideravano PENSANTI. Ricordo lo smarrimento e l’inadeguatezza, non mi ci ritrovavo. Da un lato il crogiuolo del pensiero ad uso e consumo di un branco di intellettuali ortodossi non praticanti, dall’altro una vastità terrificante di umanoidi che per chissà quale alchimia divina svolgevano correttamente le funzioni biologiche elementari. Continuò pertanto la mia ricerca in solitudine. Una delle pietre miliari di questo peregrinare è il quadro che vi propongo oggi. Il titolo originale, non lo ricordo più, di solito targa, per necessità di riconoscimento, quanto produco chi mi sta accanto in quel momento, io i titoli li considero, sbagliando, un inutile orpello. Da quando l’ho prodotto, credo anni ottanta, è stato sentinella fedele di ogni ingresso dei miei ambienti. Ancora oggi assolve con diligenza la sua funzione, ricordarmi che mai potrò giudicarmi obiettivamente, ogni volta che entro in studio. Lo descrivo brevemente, visto che le immagini potrebbero non essere esaustive. E’ composto da una tavola sulla quale, come i moderni livelli dei software di fotoritocco, sono adagiati in sequenza: uno specchio, la lastra RX di un torace e una pelle di stoffa raggrinzita squarciata, bordata da un’eloquente cerniera rotta con crocifisso pendente. Ogni volta, e capita sempre, che qualcuno entrando me ne chiede il significato, lo invito a porsi davanti al quadro e a dirmi cosa vede. Il novanta per cento dei soggetti incomincia a parlare di stoffa, cerniere ecc.. Quasi nessuno mi parla del proprio viso, la propria esteriorità riflessa dietro la quale, nonostante sforzi e lacerazioni non riusciamo ad andare fino in fondo, se non con l’indulgenza del nostro ego apparente. Ancora osservo ….. ancora mi chiedo.

P.S. mentre caricavo le foto, ho trovato un titolo: IO nonostante ME, che ne pensate?
Rosario Ciotto

"IO nonostante ME" particolari























venerdì 14 settembre 2012

Una stagione all'interno

ROSCIO (2006) - Una stagione all'interno (40x40 olio su tavola, collage e rete)

Eppur mi sembra ancora di averti accanto
Gli odori si mischiano
alle note di un deja vu musicale,
mentre luce e tenebre
combattono una delle due consuete battaglie quotidiane,
lasciando come unica carità
gli ultimi raggi radenti di una misera giornata.
Col feticcio del mio cuore
appeso a un chiodo, ai piedi del tuo letto,
il genio, inane, distilla tuttavia gocce di nettare
dalla mia tormentata essenza.
Raccatto brandelli di razionalità sopita
e li incollo sull’imballo
di un’ipertrofia emozionale ormai ingombrante.
Mentre la mente spiega al cuore
le sue stupide ragioni,
la penna si insinua tra le viscere
per scrivere la storia di un'ultima
“stagione all’interno”

Rosario Ciotto

giovedì 6 settembre 2012

Serata con Luna

Roscio, serata con luna (fotografia) 

Si ricomincia. Agosto ci lascia con qualche nuvola che, ai più, appare inopportuna e fatalmente si ricomincia. Complice la mia indolenza prevacanziera o una svogliatezza atavica che, attualmente, mi rende complicata ogni attività, mi ritrovo con qualche impegno insoluto. Armato di una pingue scorta di buone intenzioni, cerco di recuperare con qualche oretta di lavoro supplementare che mi porta a rincasare un pò dopo. Il rito è sempre lo stesso: percorso in apnea celebrale da studio a casa e cruento bilancio giornaliero faccia a faccia con la mia immagine riflessa nello specchio dell'ascensore ornato dell'immancabile zanzara spiaccicata con tanto di scia ematica in evidenza.
Qualche sera addietro, appagato da una proficua giornata, riuscii a cogliere interamente l'ultima traccia di razionalità tra le pieghe del mio viso, lasciando solo l'uomo senza la convenzione di esistere. E' difficile spiegare la sensazione di vuoto, prima ti spaventa, poi ti affascina ed infine ... ti sazia. Fu in queste condizioni che sbarcai, alla fine dei sei piani, davanti all'uscio di casa, sazio. Senza passare, quindi, dalla cucina mi diressi con pigrizia verso la portafinestra della mia veranda. Ciò che vedete nella foto si presentò ai miei occhi. Inevitabilmente incominciai a pensare, ed i miei pensieri, come immaginerete, sono preda di tanti "contrasti irrisolti". Spolverai  l'indolenza, scattai la foto e scrissi:

Vomitata dall'orizzonte 
la luna piena irrorava le anime di tensioni e cupi presagi.
Le nuvole, bagnate dalla sua pallida luce
vagavano lente in processione silente.
Candida la sua apparenza,
sporca e corrotta la sua essenza...
Per non parlare della sua faccia nascosta.
 Rosario Ciotto