Povera Italia di Rocco Grieco |
In un paese il
cui cancro peggiore (oltre alle tradizionali e trascurabili corruzione, mafia,
tangenti, ecc) è la disoccupazione, che ha raggiunto livelli degni del crollo
della borsa del ’29, i posti più ambiti sono vacanti. Papi, presidenti,
senatori, deputati. Un’Italia orfana, abbandonata ad un destino che da almeno
un ventennio non le sorride più.
L’inverno
sembra lasciare posto ad una timida primavera annunciata dal forte frinire di
“grillini” sempre più numerosi. I giaguari non sono stati smacchiati. Il
caimano è ancora libero.
Un gran bello
zoo l’Italia!!!
E mentre lo
sgretolio del suolo natale si ode sempre più forte, per cosa si affannano i
grandi che hanno accesso alla stanza dei bottoni? Si riuniscono in gregge
davanti al palazzo di giustizia di Milano per cantare l’inno di Mameli, quale
gesto di solidarietà verso il loro mentore e la loro guida spirituale di
altissima levatura morale.
Mossa
equiparabile ad una manifestazione che inneggia alla verginità capeggiata da
Moana Pozzi e Cicciolina!
Ebbene si,
anche questa è l’Italia…o forse ormai è soltanto questo.
Delinquenti
che insultano delinquenti di essere delinquenti!
Malati
immaginari che rimandano al mittente la visita fiscale, considerata onta e
oltraggio alla limpidità di un uomo che, da sempre, è trasparente come un
pantano fangoso.
Ma che
volgarità chiedere conferma di una presunta malattia, casualmente arrivata in
concomitanza con l’ennesimo processo per favoreggiamento della prostituzione di
una minore!!!
Ora che ci
penso qualche anno fa, io piccola ed inutile mortale che “si fa il mazzo”, fui
costretta a casa per problemi di salute, e udite udite il medico fiscale arrivò
puntuale come un orologio svizzero pretendendo anche di visitarmi per
verificare che non stessi frodando lo Stato italiano, sinonimo di garanzia e
tutela per i suoi cittadini. E se non mi avesse trovata nel mio domicilio o se
lo avessi accolto con: “scusi dottore adesso non posso riceverla, torni più
tardi”, avrei visto decurtare 2/3 del mio cospicuo stipendio. [I cittadini sono
tutti uguali davanti alla legge. Art.3 della Costituzione italiana]
E intanto non
sappiamo far altro che sprecare tutte le nostre energie per commentare
indignati che qualcuno dovrebbe uscire dalle cariche istituzionali per accuse
di mafia, corruzione, compravendita di senatori, conflitto di interessi
(scusate non posso elencare tutti i capi d’accusa). Altri per mancanza di
carattere e potere decisionale. Altri ancora perché pur volendo apparire come i
riscattatori della dignità civica e della pulizia politica, hanno dimenticato
quelle 13 società off shore casualmente intestate a collaboratori.
E mentre il
mondo guarda l’Italia trattenendo il fiato per chi sarà il prossimo che
indosserà l’abito bianco affacciandosi dalla finestra di piazza San Pietro, si
sbellica dalle risate declassandoci a “BBB+” per l’incapacità di uomini adulti
e consapevoli di creare un governo dopo quasi tre settimane dalle elezioni da
350 milioni di euro.
E mentre
godiamo di questa atmosfera circense, aspettiamo che si compia l’amaro destino
di un popolo-gregge i cui pastori non vogliono e non sanno portare le proprie
pecorelle se non per l’impervia strada europea che le condurrà inesorabilmente
verso il burrone.
Viva l’Italia!
G. Bolle