Arti grafiche



SCARFACE: 40 X 40 (COLORI, COLLAGE E PIROGRAFO SU POLISTIROLO, SFONDO IN VETRO STRATIFICATO)


Mascherato da “altro”,  ballo tra le finzioni degli sguardi che ogni giorno attraversano la quotidianità. Una danza tribale di inutili spasimi acuisce i dolori che raggiungono la mente uccidendola lentamente tra agonie e conflitti esistenziali.



 INCHIODATO DALL’ESIGENZA D’ESSERE:
40 X 40 (COLORI, NASTRO ADESIVO TRASPARENTE, COLLAGE E MATITE SU POLISTIROLO, SFONDO IN VETRO STRATIFICATO)



Esistere soltanto nell’espressione di linee e colori. I tratti mi disegnano mentre trovano vita e luce. Siamo tutti il disegno di una mano che ci dipinge, ignari graffiti di un’inutile vivere.




SINAPSI E ASINAPSI EMOTIVE
COLORI E CHIODI SU POLISTIROLO, SFONDO IN VETRO STRATIFICATO
COLORI E CEROTTI SU POLISTIROLO, SFONDO IN VETRO STRATIFICATO
40X40









Ogni impulso un dolore, ogni emozione uno spasmo. Niente è compiuto. Tutto è impossibile.






Conato: 40 X 40 (COLORI, COLLAGE E PIROGRAFO SU POLISTIROLO, SFONDO IN VETRO STRATIFICATO)


Parole prive di senso scorrono, incuranti, sulla pelle del mondo. Suoni striduli sotto cui annegare per confondere, ancora una volta, il dolore dell'anima ingannando, per pochi attimi, la mente inquieta.



Una testa: 40 X 40 (COLORI, FILO SPINATO, COLLAGE E PIROGRAFO SU POLISTIROLO, SFONDO IN VETRO STRATIFICATO)

 
 
Colori, suoni, ricordi, vortici, emozioni. Apparente e confuso vago tra il disordine degli eventi che custodiscono emozioni appese ad un filo di luna.
L'ANNEGATO: 40X40 (COLORI, GIORNALI E PIROGRAFO SU POLISTIROLO)

Parole di cera soffocano labili interazioni; ricoprono gesti e sguardi. L’anima si chiude, isolandosi nel mare grigio in cui annegare fissando il cielo.


SCHIZOFRENIA DELLA STERILE GLEBA
40x40 (COLORI SU POLISTIROLO)


Ognuno nella sua solitudine navigando il mare d'odio intriso di fatica e dolore, muore dilaniato da "sè".

Ventre metafisico


Cammino per giungere al centro dell’essere. Il vuoto riecheggia nelle strade deserte. Alle pareti scheletri e polvere indicano una strada contraria al senso ontologico e alle sue categorie che svaniscono nell’oblio dell’universo.



Crocifissione

La sofferenza del mondo in una stilla di sangue consacrata ad un’umanità persa, superficiale che ha smarrito il vero senso della vita e dell’amore.




L'urlo

Urlare senza voce le ingiustizie del mondo, contorcersi tra lame affilate e odor di sangue che sgorga dalle viscere dell’indifferenza degli altri.


Il tempo cura le lesioni dell'anima: 40 X 40 (COLORI E CORDA SU POLISTIROLO, SFONDO IN VETRO STRATIFICATO)



Illusione delle mente aspettare un domani migliore, mentre l’anima squarciata prova a ricucirsi lasciando evidenti tracce di sutura tra i margini di un tempo che attende il liberatorio sospiro finale.





 CARDIO: 40 X 40 (COLORI, CORDA SU POLISTIROLO, SFONDO IN VETRO STRATIFICATO)

  


Ho sacrificato il mio cuore ad un gancio da macellaio che mi fa a pezzi mi strappa le viscere,ma non riesco a liberarmi



    MACCHIE 40x40 (colori su polistirolo)


Le dicotomie dell'anima squarciano l'essere. Sfuggo a me stesso, inseguendo il vano tentativo di non esistere.
Quale sarà il verdetto all'imposizione dell'immagine del folle?




FRAMMENTI (40x40 colori e vetro su polistirolo) 


Guardo il mondo e le sue pieghe. Inadeguato e barcollante mi lascio ferire da una realtà vuota e distante che ripiega l'anima nel fondo di una vecchia soffitta polverosa.
                                                                                                                       Rosario Ciotto



L'ANIMA DELL'ANDROGINO
"M"

porzione dipinta: circa 25 x 25 (stucco in pasta, colori ad olio e vernici)


"F"
porzione dipinta: circa 25 x 25 (stucco in pasta, colori ad olio e vernici)


"E così evidentemente sin da quei tempi lontani in noi uomini è innato il desiderio d'amore gli uni per gli altri, per riformare l'unità della nostra antica natura, facendo di due esseri uno solo: così potrà guarire la natura dell'uomo. Dunque ciascuno di noi è una frazione dell'essere umano completo originario. Per ciascuna persona ne esiste dunque un'altra che le è complementare, perché quell'unico essere è stato tagliato in due, come le sogliole. E' per questo che ciascuno è alla ricerca continua della sua parte complementare".
dal Συμπόσιον, Simposio, di Platone

Non l'avevo mai fatto, ma visto che questo mio lavoro risultata particolarmente ostico all'interpretazione dell'osservatore, spenderò qualche parola per illustrarne i contenuti.
L'anima dell'Androgino, è un dittico che si ispira al mito contenuto nel Simposio di Platone, di cui ho voluto inserire uno stralcio. La tecnica è particolare in quanto ottenuta da un sandwich di polistirolo farcito da stucco e colori in pasta che una volta separati (chi non ha mai staccato le due parti di un "ringo" per leccarne "l'anima") si specchiano in positivo/negativo. Così alla maniera dell'androgino, creatura primordiale composto da due esseri in seguito separati cruentemente dagli Dei, l'anima dell'Androgino risulta costituita da due dipinti che si integrano. L'anima, pensandoci bene, è quella che ha subito maggiormante la lacerazione, la corrosione scaturita dal dolore del distacco, e che ormai ferita cerchiamo di custodire in armadio "pulita", imbustandola per preservarla dalla "polvere" della vita. Da ciò la busta che contiene le "anime" che sto dipingendo e la cruccia per riporle adeguatamente in ordine. Paradossale è che, assieme alle nostre anime,  sigilliamo anche quei cilici aguzzi che non smettono mai di mortificarci. E' per questo che inserisco nelle composizioni un "simbolo tangibile", in questo caso, un pezzo di filo spinato, eloquente emblema della separazione coattiva e graffiante. Spero sia stato chiaro e poco tedioso nonostante la complessità dell'argomento. 
Rosario Ciotto


Il cerchio della vita

Immagine e brano tratti da "Una vita immaginaria" di Rosario Ciotto

........ Il bagliore più intenso di un raggio di luce gli diede il coraggio di raccogliere le poche forze rimaste, la sua mano, nuda, libera da ogni pudore, si aprì e col fare di una cerimonia orientale tracciò un cerchio.
            Si parte sempre da un cerchio
per poi non sapere dove arrivare
si cerca
si guarda
l’apparente mutazione
ma inevitabilmemente
si arriverà ad un altro cerchio
il resto è solo atmosfera

il centro è il punto
l’unico punto che non muta
“non ci si può arrivare”
e anche se ci si arrivasse
non ci si accorgerebbe di esserci
perchè il centro è un punto
e la differenza da tutti gli altri punti
è solo dentro di se.
  
Immagine, testo e poesia si fondono per realizzare una delle pagine del libro "Una vita immaginaria", dove paure, speranze ed utopie, sono trattate in un componimento grafico-poetico che si discosta dai precedenti lavori pittorici. Sperimentazione e creatività costituiscono un connubio perfetto in queste pagine così rappresentative e vissute.
Rosario Ciotto


ANIMA IN CURA 40x40 - colori, pellicola trasparente e aghi su polistirolo



Oscure domande in penombra.
 Disteso con le spalle al mondo
attendo la salvezza dell'anima.



L'anima della rosa
porzione dipinta: circa 25 x 25 (stucco in pasta, silicone, oggetti e vernici) 


L'anima della rosa giaceva sepolta sotto una coltre di sangue.
Rubino il cielo al tramonto di marzo
inonda una vita riflessa con profumo d'ebbrezza.
Dicotomia tra ascesi e oblio.
Splendeva agli occhi del mondo
fermando il tempo in istanti di gioia e bellezza;
sincretismo edonistico,
esultanza dei sensi.
Ma l’età rigogliosa fugge veloce
lasciando increspato un mare di rughe.
La vita e la morte giocano a dadi su un prato fiorente
stabilendo il destino del mondo.
Crocifiggere il moribondo con le sue inutili spine…..
Il disegno è compiuto.

 Rosario Ciotto



Due tondi 
 
Due vecchi lavori, inizi anni novanta, legati da una stessa forma e da una tecnica, olio con inserti materici, che mi porto ancora dietro. Due opere gemelle, ma concettualmente eterozigote, legate paradossalmente da un simbolo di generazione comune: l'uovo. Due metafore e due "attori" per ogni dipinto: nel primo, ambedue descritti, nel secondo, uno si può solo intuire. 

Amore e Psiche (olio su tavola con inserti materici)
Appagamento dei sensi, fame d'amore che divora l'altro fino a ingoiarlo. Ogni creatura attende bramosa l'attimo in cui il cerino illumina il volto dell'amato per tramutarsi in fuoco fatuo, breve, intenso... un fremito che si tramuta in cenere.


Madre (olio su tavola con inserti materici e collage)
 Nascere è già morire. La negazione di un essere che implode in sè per generare un essere per il mondo. Dolore, sangue e sudore tracciano un cammino sulla sabbia che, all'improvviso, resta un'orma soltanto abbandonando alla solitudine il proprio frutto.

 Rosario Ciotto

L'ANGELO INDIFFERENTE

L'angelo indifferente 70x110 colori misti su polistirolo (particolare)

 
Osservo i miei dipinti mentre essi osservano me.
E gli sguardi, presupposto di comprensione, mi infondono conoscenze sempre nuove di me stesso; lati oscuri che ignoro. Ho in mente un vortice di idee, passioni, emozioni. Colgo qua e là un senso comune e le rappresento in un “incastro compiuto”. Così è per tutto ciò che produco. Un paziente assemblaggio di concetti che potrebbe portare all’infinito. Quel logos eracliteo in perenne movimento sapientemente simboleggiato dal fuoco, passione che muta pur restando sempre se stessa. Ma quella nascita di Venere ben chiara nella mia mente all’inizio del percorso, assume forme e caratteri nuovi e imprevisti “in fieri” ed ecco che non lo riconosco più come un prolungamento del mio io, ma come un essere autonomo di dubbia paternità. Guardandolo, infatti, mi chiedo da quale recondita parte dei miei meccanismi inconsci ha trovato lo spiraglio di luce per emergere ed imporsi al di là della mia volontà iniziale. L’effetto terapeutico e psicoanalitico si è compiuto e la catarsi lascia sprigionare in me una culla di endorfine necessarie fino alla prossima creazione. Un circolo virtuoso che si innesca in maniera inconsapevolmente cosciente e sul quale, rifletto accorgendomi delle affinità esistenti tra l’opera dell’artista e la mano di un Dio trascendente. Una raffigurazione cosmica ecco cosa fece Dio: una rappresentazione esasperata di incastri logici e perfezionamenti. Noi tutti siamo tasselli del quadro di un altro e lo guardiamo mentre Lui guarda noi. Finché il quadro è plausibile di perfezionamenti la vita continua, poi ….. l’apocalisse.
Un tempo credevo che l’uomo fosse il numeratore di un quoziente che contemplasse al denominatore quanto lo limita e che quest’ultimo tendesse a zero facendo assurgere l’uomo ad INFINITO. Ecco che apocalisse e infinito coincidono e così quando il quadro divino sarà perfetto, avverrà l’apocalisse. Quindi possiamo stare tranquilli ancora per un bel pezzo.
Lungi dal considerare finiti i miei lavori, che implemento fino ad un certo punto per poi abbandonarli per timore di “rivelazione”, vi voglio raccontare solo tecnicamente ed esclusivamente per immagini, il percorso del mio ultimo lavoro pittorico, dal primo bozzetto ad oggi.
Chiaramente anche il concetto si arricchisce e si implementa secondo algoritmi aventi la stessa radice, un pò come un frattale di Mandelbrot che ripete se stesso strutturalmente su scale diverse. Ma questa analisi interpretativa la lascio ad ognuno di voi.
Scriveva Leonardo nel suo Trattato di Pittura:
“Ricordo a te, pittore, che quando col tuo giudizio o per altrui avviso scopri alcuni errori nelle opere tue, che tu li ricorregga, acciocché nel pubblicare tale opera tu non pubblichi insieme con quella la materia tua; e non ti scusare con te medesimo, persuadendoti di restaurare la tua infamia nella succedente tua opera, perché la pittura non muore immediate dopo la sua creazione come fa la musica, ma lungo tempo darà testimonianza dell’ignoranza tua.” 
Rosario Ciotto






L'angelo indifferente: 
primo bozzetto carboncino su carta e secondo  bozzetto china su carta



 L'angelo indifferente: 
prima versione e seconda versione

particolari



















A proposito di una stagione all'interno .....


Roscio - IO nonostante ME -  anni 80' - 53,5 x 58,5 tecnica mista


A proposito di una stagione all’interno……..
IO nonostante ME - particolare
Incominciai presto a chiedermi chi fossi, credo intorno ai dodici anni, e soprattutto perché ero. Davo per scontato che fosse un pensiero condiviso tra i miei coetanei e che tutti avessero, assieme a sesso e “proibito comune”  curiosità, inespressa per pudore, riguardo a certi temi. Mi resi conto presto che non era così. Cominciai così a mascherare questa mia “debolezza” fino alla maggiore età, quando, in ambito universitario capii che le mie angosce giovanili erano privilegio di pochi eletti che si consideravano PENSANTI. Ricordo lo smarrimento e l’inadeguatezza, non mi ci ritrovavo. Da un lato il crogiuolo del pensiero ad uso e consumo di un branco di intellettuali ortodossi non praticanti, dall’altro una vastità terrificante di umanoidi che per chissà quale alchimia divina svolgevano correttamente le funzioni biologiche elementari. Continuò pertanto la mia ricerca in solitudine. Una delle pietre miliari di questo peregrinare è il quadro che vi propongo oggi. Il titolo originale, non lo ricordo più, di solito targa, per necessità di riconoscimento, quanto produco chi mi sta accanto in quel momento, io i titoli li considero, sbagliando, un inutile orpello. Da quando l’ho prodotto, credo anni ottanta, è stato sentinella fedele di ogni ingresso dei miei ambienti. Ancora oggi assolve con diligenza la sua funzione, ricordarmi che mai potrò giudicarmi obiettivamente, ogni volta che entro in studio. Lo descrivo brevemente, visto che le immagini potrebbero non essere esaustive. E’ composto da una tavola sulla quale, come i moderni livelli dei software di fotoritocco, sono adagiati in sequenza: uno specchio, la lastra RX di un torace e una pelle di stoffa raggrinzita squarciata, bordata da un’eloquente cerniera rotta con crocifisso pendente. Ogni volta, e capita sempre, che qualcuno entrando me ne chiede il significato, lo invito a porsi davanti al quadro e a dirmi cosa vede. Il novanta per cento dei soggetti incomincia a parlare di stoffa, cerniere ecc.. Quasi nessuno mi parla del proprio viso, la propria esteriorità riflessa dietro la quale, nonostante sforzi e lacerazioni non riusciamo ad andare fino in fondo, se non con l’indulgenza del nostro ego apparente. Ancora osservo ….. ancora mi chiedo.

P.S. mentre caricavo le foto, ho trovato un titolo: IO nonostante ME, che ne pensate?
Rosario Ciotto

"IO nonostante ME" particolari






L'ANGELO ICONOCLASTA (studio)

Un altro angelo visita i miei "giardini sospesi", ricordate l'angelo indifferente? Beh mi sembrava riduttivo lasciarlo da solo a fumare il sigaro in attesa del cielo, così, mosso a compassione, un "tronco con delle ali annaspanti" gli farà compagnia in attesa che la sega da boscaiolo, di cui cerca di valutare il potenziale vigore, compia il suo inevitabile destino e gli consenta di spiccare il volo. 
Propongo oggi un'anteprima dell'angelo iconoclasta, tracciato a matita quale studio propedeutico alla futura versione che, come sempre, sarà dipinta su polistirolo. Spero vi piaccia.


L'angelo iconoclasta, 21/03/2013 - (37x22 matita su carta)