domenica 30 gennaio 2011

Arti grafiche

Conato: 40 X 40 (COLORI, COLLAGE E PIROGRAFO SU POLISTIROLO, SFONDO IN VETRO STRATIFICATO)



Parole prive di senso scorrono, incuranti, sulla pelle del mondo. Suoni striduli sotto cui annegare per confondere, ancora una volta, il dolore dell'anima ingannando, per pochi attimi, la mente inquieta.

mercoledì 26 gennaio 2011

Arti grafiche

SINAPSI E ASINAPSI EMOTIVE
COLORI E CHIODI SU POLISTIROLO, SFONDO IN VETRO STRATIFICATO
COLORI E CEROTTI SU POLISTIROLO, SFONDO IN VETRO STRATIFICATO
40X40









Ogni impulso un dolore, ogni emozione uno spasmo. Niente è compiuto. Tutto è impossibile.

lunedì 24 gennaio 2011

La poltrona dell'ospite

Bagliori nell’anima

                                                                 Angela Scappaticci


Isole di ceramica bianca lambite dalla neve si fondono… confondono.
Stordiscono per il bagliore, accecano per il riflesso.
Specchio dell’anima di ghiaccio su cui scivolare senza rumori, nè colori.
Solo ombre e fantasmi cui parlare sussurrando i vuoti della vita.
Lento scricchiolio … orme di sangue sul cuore.
Paura e sudore.
In un istante il mondo diventa piatto.
Il pensiero rapisce e porta lontano.
Aprire le porte del respiro alla calda pace di pomeriggi col battito in gola
La mente stordita da statiche evoluzioni che sfiorano fragili equilibri
Sincronia di vite sfiorate, lambite, attraversate.
Scappare da folla e rumori.
Odore di nulla.
Pioggia e coralli.
Capriole di fumo e occhi taglienti.
Impronte che inseguono … minacciano.
La vita è un attimo.
Linee spezzate, figure amorfe
…il pianto della luna e uno schianto nel buio.
Non è mai tutto come prima.
Niente è stato quel che c’è.

Rosy

venerdì 21 gennaio 2011

 INCHIODATO DALL’ESIGENZA D’ESSERE 

Esistere soltanto nell’espressione di linee e colori. I tratti mi disegnano mentre trovano vita e luce. Siamo tutti il disegno di una mano che ci dipinge, ignari graffiti di un’inutile vivere

martedì 18 gennaio 2011

PADWAVE

Progettata come seduta confortevole per l‘attesa, Padwave, letteralmente onda morbida, è realizzata con struttura metallica verniciata sulla quale si poggia con vincolo a cerniere elastiche una scocca flessuosa in resina armata con imbottitura in lattice e rivestimento in pregiata alcantara. Il design morbido e la seduta particolarmente rilassante grazie all’elasticità dello schienale rendono l’oggetto adatto a molteplici utilizzi sia stilistici che  contestuali.


venerdì 14 gennaio 2011

Scarface

Mascherato da “altro”,  ballo tra le finzioni degli sguardi che ogni giorno attraversano la quotidianità. Una danza tribale di inutili spasimi acuisce i dolori che raggiungono la mente uccidendola lentamente tra agonie e conflitti esistenziali.

martedì 11 gennaio 2011

ANDARE

                                        
                                               Fotografia di Hmproudlove



-          andare
e ancora andare
la vita scivola su un freddo mare di marmo
in cui vorrei annegare
mi sono perso
non ho capito
e chissa’ poi
se le stelle non sono di ghiaccio
-          ti guardo mentre giochi … non ho voglia di giocare
e quando il cielo si fa grigio
io vedo
occhi e nuvole
un cuore con le ali batte
vicino una sorgente d’acqua pura ….
-          e ancora andare
le parole di pietra
cadono dalla tua bocca
per ferire
il tempo passa….
ed io rimango qui
immobile
anacronismo che si evolve
-          io voglio che sia notte
delle note ed una voce
che mi riempiano la testa
poi…
il tutto si uniforma
soffocando il fatuo
in delle pose plastiche
affascinanti e pache
-          nella mente
il canto degli uccelli
uccelli disperati
uccelli in gabbia
consci delle loro inutili ali
-          e ancora andare…
fino a capire
come un occhio puo’ essere composto
da inutili sguardi
e tanto vetro
vetro che taglia l’animo, l’aria, l’essere
-          un volto si spacca in un sorriso idiota
e dentro
tra le foglie insalivate
il calice dell’amore
-          un grido e tanti alberi
da attraversare
veloce … ancora piu’ veloce
una voce mi chiama
poi l’estasi
tra un ritmo assordante
che si confonde
con i miei pensieri
poi
la quiete
di un funerale in una giornata di primavera
-          fuoco, pioggia, terra
trasportati da un vento sconosciuto
devastano
le pareti ridipinte del mio corpo
non era solo una questione di forma
loro sono in me
e la mia mente
li corregge a stento
un urlo dal di dentro
rintrona
cio’ che ne esce… e’ misero
si e’ misero
e mi viene voglia di non guardare
-          disteso su un letto
penso
ad una vita in silenzio
sulle occasioni perdute
e sulle scelte che ho fatto
sputo il veleno del folle
-          tutto si conclude
le cose morte
seppellite nei sepolcri del mio ventre
a poco a poco
si decomporranno
le loro tombe
resteranno a monito
camminero’
figura tra gli spettri
la mia ombra…
prende gia’ il mio posto
-          io rido
rido rido rido rido rido rido rido rido rido ridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridorid

venerdì 7 gennaio 2011

IL PENSIERO ESTETICO ED IL GIUDIZIO DI VALORE NELL’ INFIDO MONDO DELL’ARTE

Lo spirito dell’uomo, perennemente alla ricerca del bello e della perfezione, è sempre stato teso al raggiungimento di quelle forme, luci ed ombre che classificano a pieno titolo un’opera come “opera d’arte”. L’incessante percorso che conduce per mano l’essenza creatrice degli uomini, ha dato vita all’estetica che, come la stessa etimologia richiama, concerne il “sentire”, la mediazione dei sensi ed indaga filosoficamente il bello e l'arte.

Cristo velato Giuseppe Sanmartino, 1753
Ritenendo sterile darne una definizione, risulta, invece, interessante indagarla storicamente e filosoficamente nelle sue espressioni intrinseche. 
Il processo di lenta ed inesorabile metamorfosi del pensiero sull’arte, ebbe inizio nel momento in cui  la logica si scisse nettamente dall’estetica. La “cognito sensitiva”, con cui Baumgarten contrappose pensiero e sensibilità e la "teoria del bello" furono plasmate ed articolate per soppiantare definitivamente l’arte come mimesi o trascendenza.
L’arte, attraverso i secoli, è cambiata proporzionalmente alle evoluzioni ed involuzioni dell’uomo. Le opere considerate “d’arte”, la critica e le tecniche adoperate per le produzioni si sono trasformate, trasformando reciprocamente la società.
In quanto campo fondante dell’essere umano, l’arte è sempre stata una categoria filosoficamente indagata. Anche chi non ha fatto studi classici ricorderà, ad esempio, che se Platone avesse regalato un quadro o una statua, più che un dono sarebbe stato un dispetto a qualcuno che non era collocabile esattamente nella sua cerchia di amici simpatici. Considerando, infatti, l’arte una copia della copia del perfetto mondo ultrasensibile, poteva velatamente dire che quello era la brutta copia di un perfetto amico. Aristotele, invece, avrebbe potuto presiedere la giuria di un concorso di bellezza; per lui il "bello" è un concetto quasi matematico, implica ordine, simmetria di parti, proporzione. E chissà quanto avrebbe sofferto Kant se, vivendo ai giorni nostri pregni di volgarità e cattivo gusto, lottando contro i mulini a vento, affermava che l'arte dipende da alcune facoltà mentali umane, quali il gusto e l'estetica che generano il piacere. Ed è proprio la dissertazione kantiana che traghetterà il concetto d’arte dall’illuminismo al romanticismo in cui essa assume un pregnante significato teleologico. E ancora Croce, richiamandosi a Vico che per primo ha avuto il merito di distinguere l’intuizione dall’intelletto, che definisce l’arte intuizione lirica sintetizzando meravigliosamente il connubio tra captazione istintiva ed espressione visibile.
Solo per citare alcuni grandi pensatori che hanno dato un contributo fondamentale all’arte, è bene ricordare anche una teoria di marxiana memoria secondo cui l’arte è storicamente determinata. Non può che essere figlia dei tempi, pertanto i caratteri universale ed eterna non le vengono riconosciuti. Nessuno oggi dipingerebbe “La Vergine delle rocce”, né scolpirebbe “Il Discobolo”, l’anacronismo risulta evidente.
Il bello vuole essere soltanto sentito, contemplato, vuole regalare quell’attimo di quieto scuotimento che riesca ad arricchire la nostra anima.


Sfere di plastica da Trinità dei Monti , Graziano Cecchini, 2008



Una cosa è certa, sinceramente dubito che la merda d’autore o una colata di palline a piazza di Spagna, possa provocare, anche nello spettatore più sensibile, la sindrome di Stendhal, la stessa che rapisce chi si trova a Santa Maria Maggiore, chi è al cospetto della perfezione marmorea del Canova o chi si trova innanzi ad un Michelangelo.
Ma quell’innegabile perfetto connubio esistente tra spirito e natura, intimamente legate da sottili fili di chiari di luna, che nel corso dei secoli ha generato i capolavori più belli e rinomati dell’arte, sembra essersi perduto attraverso i secoli a vantaggio della necessità di espressione e comunicazione.
Cosa resta di quell’impulso interiore che spinge l’artista a dare alla luce un’opera? Questa aspirazione spirituale nell’urgere di un sentimento è sempre onesta o è diventata solo mestiere? E l’apparato intellettuale che ha strutturato quanto è stato descritto cosa è diventato? Sono domande che si pone chi, osservando e seguendo da sempre l’arte, si  rende conto che ormai chi tiene i fili dell’apparato sono i signori critici dell’arte, trasformati in vere e proprie sanguisughe che, gestendo come tiranni questo mondo, succhiano le anime di chi lo produce. Intenti soltanto a plasmare contenitori spesso vuoti, i sovrani assoluti della vernissage, li assurgono al rango di artisti solo per ostentare potenza commerciale e creare il fenomeno mediatico in grado di concimare un substrato di redditizie menzogne. Per un artista l’immaginazione e la fantasia sono indispensabili o basta un ammiccamento alla logica della autopropaganda col solo fine di stupire? E la comunicazione, altro elemento che ha riempito le pagine dei tomi culturali moderni, è indispensabile? E quanto deve essere esplicitata?
Elaborare un input esterno e convertirlo in immagine artistica dovrebbe essere l’alchimia capace di trasformare la tangibilità in pura realtà spirituale, universale, eterna.
E’ significativa, in tal senso, la differenza tra moda e arte che indica la prima come bellissima appena creata che diviene orribile invecchiando mentre la seconda, quasi sempre orribile appena prodotta anela un destino immortale.
L’entità sovrannaturale dell’esperienza artistica, quasi come un miracolo, viene definita dall’estetica “intuizione” nell’accezione di visione, immaginazione. Un’intuizione che nell’anima dell’artista deve essere già chiara e matura. E’ strano come da una folgorazione dell’attimo arrivata quasi per caso ad un ricettore sensibile si possa concretizzare un’opera d’arte: una magia, sulla quale tanta gente, con la presunzione del veggente, riesce a scrivere ciò che qualcun altro avrebbe voluto intendere, esprimere, comunicare. Un episodio squisitamente interiore, frutto di una tensione spirituale, ridotto nelle intenzioni di un fattorino travestito, a rango di buon affare. E’ curioso sentir parlare dell’”infido mondo dell’arte” così come viene comunemente definito oggi questo contenitore di passioni, occasioni ed ipocrisie. Per non parlare di “gallerie dai “pedigree inattaccabili” selezionate in maniera discutibile da curatori/affabulatori che alla fine si riducono a fare gli organizzatori di eventi mondani ad altissimo tasso di glamour. Questo, l’ex magico mondo dell’arte: un’accozzaglia di artisti e presunti tali baciati dal successo, collezionisti ricchi e prepotenti, businessmen, galleristi, critici, curatori e vampiri di ogni tipo. Ma la platea dov’è? Il fruitore o, come oggi potrebbe essere definito coerentemente, l’utilizzatore finale, cosa si trova davanti? E come dovrebbe fare oggi un artista a diventare famoso? E’ ancora importante avere qualcosa da dire e comunicarla in maniera originale? No, oggi la sola cosa importante è bussare alla porta di un gallerista influente o a quella di un curatore che per motivi spesso non comprensibili esplicitamente, deve convincere qualche collezionista a comprare qualcosa del talento in vetrina. Relazioni giuste e strategie, questo è il segreto. E allora benvenuto mister Banksy, solo così si poteva riportare veramente l’arte tra la gente e non seppellirla in una galleria d’arte cui accedere soltanto previo invito.
I soliti paradossi della vita: levare dalla condizione di prostituzione l’arte mettendola sulla strada…

Graffit removal, Banksy

sabato 1 gennaio 2011

Si parte...


Si parte sempre da un cerchio per poi non sapere dove arrivare. Si cerca, si guarda l'apparente mutazione....il resto è solo atmosfera. Il centro è l'unico punto, il solo immutabile ... inarrivabile. E anche se qualcuno ci arrivasse non si accorgerebbe di esserci. Il centro è un punto e la differenza con tutti gli altri punti è dentro di lui.
Si parte sempre da un punto... 
La voglia, il bisogno di esprimere passioni, tensioni, emozioni. La frenesia di un tempo nemico da fermare su pagine della vita. Racconti, fotografie, sogni. Quante immagini ancora da vivere per chiudere quel cerchio prima che diventi una spirale senza porte verso il mondo. E lungo la linea la vita, intrecciata di filo spinato, la mente viaggia, si arena... si ricomincia senza sosta.