martedì 5 febbraio 2013

Riepilogando

Mi spiace non essere più presente sia in questo sia nei blog degli amici che frequento nei pochi momenti in cui posso. Purtroppo vari impegni, anche solo mentali, pregiudicano il piacere di stare serenamente assieme a voi, persino riuscire a selezionare, rendere presentabili e pubblicare stralci di una produzione ancora molto cospicua mi viene faticoso.
I fardelli spesso ingombrano più dei bagagli e dovendo riordinare non si sa mai dove si mettono le mani. Spero riesca ad essere tra breve più attivo e riavere il piacere di mostrare il mio e commentare adeguatamente i vostri mondi.  
 Dell'uomo, del cielo, dell'anima era ormai "lavorato" quindi mi è costato poco metterlo in rete, questo post chiude il discorso ricostruendone il pensiero. Pensiero che è stato effettivamente montato in un trittico e che nell'immagine vedete appeso. Mi piace il concetto di pensieri appesi alle pareti, quasi possano, con la loro aura, dare anelito a dei paramenti muti, instillare in loro un barlume di vita. Ormai si tende ad umanizzare le abitazioni con tecniche domotiche che uso professionalmente, ma la mia, in fondo, la preferisco così. 

Roscio 2006, Dell'uomo, del cielo, dell'anima (tecnica mista su tavola)

Catturato da una trama abrasiva,
timbro costantemente, assieme ai mie simili,
la pretesa di vivere.
Le solite facce, clonate in sequenza, vagano per il mondo
lasciando come unico segno delle incognite impronte.
La vista, offuscata da un orizzonte sfocato, si perde in un mare di vite
 inchiodate dalle loro stesse paure.
I nostri nomi non si libereranno mai
da quelle oscure consuetudini che ne hanno determinato l’oblio.

Ogni giorno indosso una croce, rivolgendo a un cielo di fuoco
 la mia supplica per la redenzione.
Dalle mute ferite di questa lava infuocata, nulla traspare.
Resto solo in silenzio, sul retro di strane congetture.

All’interno tutto si contorce,
tessendo un intrigo serrato che soffoca ogni espressione sincera.
Ofidici arti mi legano al nulla inoculando le loro tossine.
La nostra vita fugge col bottino
e la stanchezza ci preclude la caccia,
lasciando esiliate le gioie dal cuore.

Rosario Ciotto