Poesia

ANDARE
                                                              Fotografia di Hmproudlove


-          andare
e ancora andare
la vita scivola su un freddo mare di marmo
in cui vorrei annegare
mi sono perso
non ho capito
e chissa’ poi
se le stelle non sono di ghiaccio
-          ti guardo mentre giochi … non ho voglia di giocare
e quando il cielo si fa grigio
io vedo
occhi e nuvole
un cuore con le ali batte
vicino una sorgente d’acqua pura ….
-          e ancora andare
le parole di pietra
cadono dalla tua bocca
per ferire
il tempo passa….
ed io rimango qui
immobile
anacronismo che si evolve
-          io voglio che sia notte
delle note ed una voce
che mi riempiano la testa
poi…
il tutto si uniforma
soffocando il fatuo
in delle pose plastiche
affascinanti e pache
-          nella mente
il canto degli uccelli
uccelli disperati
uccelli in gabbia
consci delle loro inutili ali
-          e ancora andare…
fino a capire
come un occhio puo’ essere composto
da inutili sguardi
e tanto vetro
vetro che taglia l’animo, l’aria, l’essere
-          un volto si spacca in un sorriso idiota
e dentro
tra le foglie insalivate
il calice dell’amore
-          un grido e tanti alberi
da attraversare
veloce … ancora piu’ veloce
una voce mi chiama
poi l’estasi
tra un ritmo assordante
che si confonde
con i miei pensieri
poi
la quiete
di un funerale in una giornata di primavera
-          fuoco, pioggia, terra
trasportati da un vento sconosciuto
devastano
le pareti ridipinte del mio corpo
non era solo una questione di forma
loro sono in me
e la mia mente
li corregge a stento
un urlo dal di dentro
rintrona
cio’ che ne esce… e’ misero
si e’ misero
e mi viene voglia di non guardare
-          disteso su un letto
penso
ad una vita in silenzio
sulle occasioni perdute
e sulle scelte che ho fatto
sputo il veleno del folle
-          tutto si conclude
le cose morte
seppellite nei sepolcri del mio ventre
a poco a poco
si decomporranno
le loro tombe
resteranno a monito
camminero’
figura tra gli spettri
la mia ombra…
prende gia’ il mio posto
-          io rido
rido rido rido rido rido rido rido rido rido ridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridorid

 Rosario Ciotto



Il pensiero della notte


Dipinto di Giuseppe Pizzardi



Il mio pensiero della notte s'incontra col tuo
ed i miei occhi spalancati nell'oscurità
assorbono ogni tuo gesto rimasto attaccato alla mia pelle.
Sentire dolore e sudare sangue
tenendo il silenzio serrato tra le mie labbra.
Deglutirti sapendo di doverti vomitare
sapendo che a noi il mare di ghiaccio precluderà ogni via d'uscita.
Affacciati sul baratro dei ricordi
i miei pensieri si rincorrono fino allo stremo
in attesa della sveglia liberatoria
quando spero di aprire gli occhi su una vita diversa.
Spingerò la mia anima dentro al tuo viso
l'accoglierai con un sorriso e la custodirai.
Il tempo non ci appartiene.
Io morirò.
Il ricordo ci renderà felici.
 Rosario Ciotto



La danza delle anime sole

Michael Maier


Alzare gli occhi
e cogliere il tuo sguardo senza lasciarlo appassire.
Che grave minaccia incombe sulle nostre teste:
la mia condanna all'insensibilità
la tua lenta agonia in un mare di acido.
Se il sole fosse stato più clemente sarebbe sorto prima
Se la notte fosse stata più pietosa non sarebbe calata mai
E qui
tra luce e tenebre
le nostre anime si incontarno danzando.
Rosario Ciotto

L'odore dei fiori recisi




La mia prima mattina d'estate non era ancora arrivata
e invece a me sembrava fosse già finita.
La primavera si, era passata
ed era forse il suo odore che mi faceva pensare
a tutti quei fiori recisi
che nella mia mente non appassiscono mai.
E' difficile vivere con un odore nella testa.
Si insinua, ti inebria
e ti filtra la realtà con un velo di ricordi
Passano solo le ombre... passano solo le ombre
ed io le guardo passare

Illustrazione e poesia di Rosario Ciotto


Una morte lieve

L'estasi di Santa Teresa, Bernini


Vederti nuda
e guidare la mia lama all'interno del tuo ventre
Girarla e rigirarla guardandoti
e vedere il tuo sguardo sgomento
ma oltremodo soddisfatto
Sorriderai
mentre di contro il tuo stiletto penetrerà il mio cuore
Ti accarezzerò asciugando una lacrima sulla tua guancia
e lascerò lacerare le mie labbra
dal ghiaccio dei tuoi occhi
Sarà una morte lieve
quasi per caso
qualche centimetro più in là della speranza.
Il mondo morirà con noi

Rosario Ciotto


Strade intrecciate

Giovanni Battista Piranesi, Carceri d'Invenzione


Muoio cento volte al giorno
eppure cammino lo stesso
Davanti allo specchio i miei occhi mi guardano
infondendomi un senso di paura

Ogni mattina mi alzo
e nonostante tutto
cammino
Sacco vuoto in balia del vento

Le strade tracciate si intersecano in una ragnatela
che si attacca addosso
e nella quale si sono invischiate tutte le passioni

Perdute le passioni
restano solo le responsabilità

Restano solo le responsabilità...
e la paura di doverle affrontare
 Rosario Ciotto



Mi stanno bruciando le ali


Lui non poteva chiudersi
dentro la stanza 
e pensare
che attorno non c'era nessuno
perchè attorno c'era la stanza.
Nessuno era la stanza.
Troppo piccola vista dal cielo
la stanza era tutto in quel momento.
Era tutto.
Perchè gli stavano bruciando le ali?
"L'unica cosa da fare è tendere la mano"
pensò.
Ancora aspetta

Poesia e illustrazione di Rosario Ciotto

La sindrome dell'armadillo


Francis Bacon, "Figura con carne"

E ritorno ancora indietro sui miei passi
raccatto i pezzi dell’antica armatura
e li lucido a specchio per una nuova uscita.

Coi piedi ancora sanguinanti dall’ultima passeggiata sui cocci rotti del tuo sguardo
procedo ancora
Mi ritrovo in mezzo al traffico
a vomitare la mia vita dal finestrino
in faccia ad uno sconosciuto.
Cammino ancora

Indosso il mio vecchio profumo cercando di celare l’effluvio dell’inganno
Le macchie sul sudario
La polvere sui ricordi

RICORDO _ DOLORE
RICORDO _ CONFORTO

Ricaccio dentro la mia natura di sconfitto
ma non riesco proprio a digerirla
Danza dentro me al festival delle occasioni perdute

Il cane non mi da tregua
le mie viscere tra le sue fauci sembrano animarsi in atroci contorsioni
Mi manca il respiro
e questa dannata coltre di latta piuttosto che proteggermi mi soffoca.

Illusione di una eternità senza bilanci
Dimenticherò per sempre come ci si sente ad essere veramente vivo

Il giorno dopo ci trovò abbracciati su un letto rosso sangue
e dopo aver pianto
attraverso i tuoi occhi mi vedo cadere.
 Rosario Ciotto

L'anima della sera
Xetobyte


Tagliato in due dal bianco suono delle tue parole
Il mio cuore non riesce a ragionare
E’ la mia mente che invece pulsa
continuando a martellare ostinatamente sull’esanime letto dei ricordi.
Le maschere continuano a guardarmi
dalle profonde orbite vuote
abbozzando un sorriso triste di compatimento.
Soffocato dalla stretta delle mie stesse membra,
mi contorco in una danza macabra.
L’angelo caduto ride sempre tra le fiamme
mentre la luce fredda di un pomeriggio d’inverno, fagocitata dalle tenebre incalzanti
lacera gli ultimi brandelli integri della mia pelle.
Non mi riconoscerò più allo specchio,
concedimi i tuoi occhi, da possedere in una notte senza luna,
genereremo una luce nuova:
l’anima della sera

Rosario Ciotto


Il volatore

Przemyslaw Stradczuk


Calmo si libra dal sesto piano il volatore
nulla gli manca, se non le ali.
Spicca il salto dal suo trespolo ringhiera
guardando la luna in faccia.
In lei si specchia.
Paco è il volo che lo porta in seno al panorama
Custode del seme dell’agognato oblio.
Il vento lo bacia e l’accompagna
E lì, a mezz’aria, dove più la gravità insiste,
ricorda per caso che “volatore” è termine che non esiste.

(I rammarichi smettono di bussare)

Rosario Ciotto


Preghiera per la pioggia

Madre natura di Giordano Cavedoni


Un giorno colsi tra le mani le lacrime della mia ultima occasione.....
e mi profumai.
Uscii di casa senza una meta precisa 
e fu li, in mezzo alla strada
che incontrai la solitudine.
Uno sguardo fuggì dai miei occhi 
e si rivolse indietro.
Non saprò mai cosa vide veramente.
Quanti ricordi si perdono in questa emorragia di parole riflesse.
Di quanta indulgenza dovrò ammantarmi
per giustificare il mio ennesimo fallimento,
per nascondermi dietro "un impietoso destino".
Che vergogna
guardare le nuvole... e non pregare per la pioggia.

Rosario Ciotto



L'alba dell'angelo ferito
Salvador Dalì - Purgatoio (Il regno dei penitenti)

Ricordo l’alba.  
Fuori dalla finestra il mare mi apparve come una trama di luce tessuta dal vento, 
velluto a coste grigio piombo impresso su un fotogramma di ghiaccio che esercita 
con passione 
la sua forza gravitazionale.
Solo, fra quattro mura e mille pensieri, col cuore incartato nella nebbia, mi accingo 
a compiere il balzo della belva.
I miei incubi danzano come ombre al suono di luci intermittenti estranei alla festa del creato, mentre sfoglio, senza mai leggerle davvero, le pagine della vita.
Vuoto nel vuoto, discuto coi miei pensieri il senso del mio esistere. Sullo sfondo, malcelata, 
la mia anima si nutre solo del privilegio di essere inchiodata dai tuoi occhi.
Dal deserto al nulla il passo è breve, devo solo dimenticare di respirare 
chiudendo la mia vita 
in un cassetto squallido, dove cerco di conoscerti più profondamente.
Rosario Ciotto

Parole in fuga

David Ho My dark esthour

Un tenue filo conduce la mia mente oltre me stesso, 
lì dove il pensiero sfuma rischiarato appena dalla luce bisbigliata dai tuoi occhi.

Ogni cosa mi appare sorda, quando nudo, allo specchio, cerco di svelare il significato di queste mie parole in fuga.

Poco più in là l’indifferenza apatica banchetta con l’angoscia su un tappeto di ipocrisie.

Le tue vesti nude girano per casa, aggrappandosi ad un’altra disperazione che non mi ha mai reso compagno delle sue rivelazioni.

Come l’uomo senz’ombra, passo la mia vita dubitando, in attesa dell’ineluttabile decesso degli ultimi sogni infranti sugli scogli delle mie incertezze.
Rosario Ciotto


L'universo della menzogna

Sarolta Ban - surreal 12



L’essenza di ogni cosa pulsa
celandosi nella menzogna.
Tutto ci appartiene tranne la verità
che, ingannata dall’indulgenza dell’occhio,
si fa beffe della nostra bramosia.
Provai a coltivare l’illusione sul terreno dell’angoscia,
ciò che germogliò non furono gli anelati succulenti frutti dell’oblio
ma solo la sterile secchezza delle fauci deliranti
di un animale idrofobo.
In silenzio, assaporai l’inutilità di un sogno breve
ottenuto dalla ricomposizione sconvolta
di vecchi desideri e rimpianti malcelati.
In silenzio, soffoco ora,
in un contorcimento di pensieri
che mi strangola il cuore
spillando fino all’ultima goccia la speranza.
Rosario Ciotto

Coi piedi in terra e la testa tra le nuvole

ROSCIO - Coi piedi in terra e la testa tra le nuvole (40x40 olio su tavola, collage e rete)
E continuo sentirmi inadeguato.
Accompagnato dalle note di una nenia impercettibile,
passeggio a piedi nudi sulle tracce dei miei pensieri
cercando di non annegare tra le trame delle mie riflessioni.
Da quando vivere diventò consuetudine
la mia curiosità si ciba solo di particolari insignificanti.
Assorbo immagini con l’ingordigia animale di una regressione auto ispirata.
L’eternità di un attimo accentua lo squallore dell’animo.
Qual era la promessa? quali i desideri?
Non so cosa sono,
non so cosa vorrei essere
ed in ogni caso non saprei come diventarlo.
Chissà se la morte mi coglierà impreparato?
Qual è la misura di una vita?
Mi perdo ….. nel tentativo di stupire me stesso,
coi piedi in terra e la testa fra le nuvole.
Rosario Ciotto


HATE
ROSCIO - HATE (40x40 olio su tavola, collage e vetro stratificato)
Cavalcare il cavallo di Troia
e fumare poesia
ostentando un sorriso senza dubbi.
 Dentro
e neanche così in fondo,
tutto appare così complicato.
Scrutare, di nascosto,
gli angoli oscuri di un sentimento alla fragola
e provare disgusto me stesso.
Non c'è nulla da comprendere
oltre il limite della strada che conduce al proprio destino.
Non c'è nulla da sperare
NULLA
E in questo nulla
non c'è parola che possa spiegare.
Rosario Ciotto


Un giorno ... forse
ROSCIO - Giorno tra i giorni (40x40 olio su tavola, collage e materico)
Vedermi scivolare nei sogni di qualcun altro
e respirare, a stento, qualche goccia di vita smarrita lungo la strada.
La lama di luce penetra il mio sguardo
colpendo lucida le parti più sensibili.
Non c'è forza in questa luna nuova,
solo un pallido rossore che inganna la mente.
Mi spoglio di tutto,
fino alle ossa,
per cercare qualcosa di bianco,
riesco a sentire solo un freddo incolore
che mi abbandona esanime ma del tutto indifferente.
Ridipingere le memorie ed incorniciarle in una prigione dorata
mentre i mondi si spengono l'uno dopo l'altro,
scandendo un ritmo industriale.
La viltà mi assale alla gola,
non l'avevo sentita arrivare,
stringe tra le sue spire il luogo dove niente muore mai,
la sua smania di oblio le centuplica le forze,
nulla stringe se non la cruda realtà
che tuttavia, ormai si palesa discinta ai miei occhi.
Un giorno, forse, riguarderò indietro
assaporando il gusto antico del significato d'essere vivo,
un giorno forse dimenticherò chi sono
e riuscirò davvero a dire addio.
Rosario Ciotto

Eppur ci resta aperto il cielo

ROSCIO - "Eppur ci resta aperto il cielo" collage e composizione degli anni novanta


Ultimamente vivo di riflesso più che di riflessione, metto insieme parole e vecchie immagini cercando di confrontarne i contenuti. Mi fa paura la costanza di una vita che si ostina a restarmi appiccicata addosso.
Un’immutabilità subita passivamente ma con passione, che strane a volte le parole.


Demolire l’equilibrio delle piccole infatuazioni
e dirigersi in alto, assecondando il colpo d’ala,
li dove risiede la salvezza delle inutili spoglie.
Un vento crudele sferza gli ultimi residui di stabilità
stramazzandomi su una nuvola
a cui chiedo conto della sua inconsistenza verbale.
Dagli abissi della memoria un urlo mi trattiene,
bagnandomi i piedi con la sua bava viscosa.
Lo sguardo non penetra i confini dell’oggi
e di questo devo farmene una ragione.
Il calore diventa insopportabile
mette in ginocchio tutte le gioie della normalità.
Schiudo il ventre per accogliere il colpo della liberazione
Solo una porta mi si sbatte in faccia.


Rosario Ciotto

 Un luogo ..... un'ora

Roscio, Time (1987) - 50 x 50 olio su tela con meccanismo d'orologio
Scendo, in apnea, dentro i miei pensieri
alla disperata ricerca di un segno
che possa giustificare un’inutile esistenza
Annego in questa giornata silenziosa
sotto un cielo indifferente che non partecipa agli affanni
di questo minuscolo inquilino del piano più basso.
Voci ed equi voci cantano tristemente
in un sabato d’attesa
di una domenica che tarda ad arrivare.
L’esistenza mi attraversa
mentre invano cerco di sconfiggere
I battiti del cuore.
E’ inutile, non riuscirò mai a possedere la mia anima.
La mia vita vive oltre me
nonostante mi affanni a ripudiare
questo strano patto di fedeltà col mio destino
Senza nessuna Itaca a cui ambire,
mi perdo in questo mare senza approdi
Ogni luogo ha un’ora
Ed io, non riesco mai ad essere puntuale.
Rosario Ciotto


Serata con Luna

Roscio, serata con luna (fotografia) 

Si ricomincia. Agosto ci lascia con qualche nuvola che, ai più, appare inopportuna e fatalmente si ricomincia. Complice la mia indolenza prevacanziera o una svogliatezza atavica che, attualmente, mi rende complicata ogni attività, mi ritrovo con qualche impegno insoluto. Armato di una pingue scorta di buone intenzioni, cerco di recuperare con qualche oretta di lavoro supplementare che mi porta a rincasare un pò dopo. Il rito è sempre lo stesso: percorso in apnea celebrale da studio a casa e cruento bilancio giornaliero faccia a faccia con la mia immagine riflessa nello specchio dell'ascensore ornato dell'immancabile zanzara spiaccicata con tanto di scia ematica in evidenza.
Qualche sera addietro, appagato da una proficua giornata, riuscii a cogliere interamente l'ultima traccia di razionalità tra le pieghe del mio viso, lasciando solo l'uomo senza la convenzione di esistere. E' difficile spiegare la sensazione di vuoto, prima ti spaventa, poi ti affascina ed infine ... ti sazia. Fu in queste condizioni che sbarcai, alla fine dei sei piani, davanti all'uscio di casa, sazio. Senza passare, quindi, dalla cucina mi diressi con pigrizia verso la portafinestra della mia veranda. Ciò che vedete nella foto si presentò ai miei occhi. Inevitabilmente incominciai a pensare, ed i miei pensieri, come immaginerete, sono preda di tanti "contrasti irrisolti". Spolverai  l'indolenza, scattai la foto e scrissi:

Vomitata dall'orizzonte 
la luna piena irrorava le anime di tensioni e cupi presagi.
Le nuvole, bagnate dalla sua pallida luce
vagavano lente in processione silente.
Candida la sua apparenza,
sporca e corrotta la sua essenza...
Per non parlare della sua faccia nascosta.
 Rosario Ciotto


Una stagione all'interno

ROSCIO - Una stagione all'interno (40x40 olio su tavola, collage e rete)

Eppur mi sembra ancora di averti accanto
Gli odori si mischiano
alle note di un deja vu musicale,
mentre luce e tenebre
combattono una delle due consuete battaglie quotidiane,
lasciando come unica carità
gli ultimi raggi radenti di una misera giornata.
Col feticcio del mio cuore
appeso a un chiodo, ai piedi del tuo letto,
il genio, inane, distilla tuttavia gocce di nettare
dalla mia tormentata essenza.
Raccatto brandelli di razionalità sopita
e li incollo sull’imballo
di un’ipertrofia emozionale ormai ingombrante.
Mentre la mente spiega al cuore
le sue stupide ragioni,
la penna si insinua tra le viscere
per scrivere la storia di un'ultima
“stagione all’interno”

Rosario Ciotto

Ai confini del cuore

ROSCIO (2006) - La stanza, vista da fuori (40x40 colori su tavola, collage e vetro)
La prima volta che ti vidi
pensai ad una bugia perfetta
che distraesse la rotta dei miei sogni ridestati.
L’ultima ….. non la ricordo più.
Inganno le memorie del bambino
con l’acume dell’erbivoro,
masticando noiosamente gli ultimi brandelli succulenti.
Gli occhi, chiusi,
colgono scene da una frontiera invalicabile.
Distruggo con candore, senza intento,
mi bagno alla fonte dell’incoscienza,
risorgo con coraggio.
Ti vedo, ai confini del cuore,
ardere su una pira di pensieri contrastanti
mentre la mia furia,
percuote il tuo ventre con colpi proibiti,
oltre il limite di ogni sentimento.
Saldo il tuo sguardo con il palmo della mano
e m’inginocchio al tuo fianco,
cosciente che nulla di te mi è mai appartenuto.
Senso di vomito, scosse feroci,
scuotono un corpo inerme che riesce solo ad assimilare
 suoni violenti nascosti tra le piume di un giaciglio rassegnato.
La memoria della tua voce è vecchia,
vecchie sono
le promesse di salvezza che potrebbero lenire
 le piaghe di un’epidermide corrotta.
Respiro il tuo nome, in silenzio, in una stanza vuota
nella quale soffoco con cura maniacale ogni mia passione.
La camera ringrazia voluttuosamente
ridendo dei miei eccessi e della mia brutalità.
Odor di vino e di vergogna
impregnano le sue rozze pareti
mentre un nero tormentato pone fine all’agonia.

Rosario Ciotto

Gli ingranaggi del silenzio

 
ROSCIO (2006) - In attesa della parola giusta (40x40 colori su tavola, collage e nylon)

Risorgo, a rate, dall’ultima vacanza del mio cuore
e la mia faccia, in fotocopia,
è la sola che sorride, contorta,
dopo che il foglio s’inceppa
in certi ingranaggi del silenzio.
Odoro la vita per sentirne l’essenza,
visioni d’ambra, distillate con cura,
come gocce di passito.
Ieri, è troppo lontano per poterlo trattenere.
Oggi, non riesco a rammentarlo mentre passa.
Domani, spero desista dal proporsi
suicidandosi in 75cl di oblio.
La mia bocca, deserta,
attende la classica frase di circostanza,
venuta da un mondo perfetto,
da pronunziare al momento giusto.
Nuoto, ingoiando il mare,
senza sapere con chi mi sveglierò domani
e quale capo indosserò,
prima di andare in scena.
Volgendomi verso me stesso
nudo e senza bagaglio
cerco di armare la mano al tempo
quale sicario delle mie emozioni.
Rosario Ciotto

Autoritratto con mosche

"Mosche intorno alla testa" - Roscio 1990, olio su carta 40x40


 Immobile e senza faccia
vaglio le mosche che mi ronzano intorno.
Che strane le mosche,
hanno ali per volare,
ognuno, anche se per fastidio, si accorge di loro…..
.....succhiano sempre dalla solita merda.
La tua voluttà tinge i miei capelli di mille colori,
onde bastarde che si contorcono in spirale
cercando di reprimere ogni altro mio desiderio
che non sia la tua anima,
questa maschera perfetta
della stessa bellezza dei fiori di plastica.
Il vermiglio minaccia i confini di un viso lontano,
si spegne la rabbia,
si spegne la vita.
Quante speranze ansimano
sulla battigia di un mare ormai piatto.
Rosario Ciotto




"Mosche intorno alla testa" - Roscio 1990, particolari


L'icona dei giorni passati
Roscio - L'icona dei giorni passati, 2007 (120x120 - tecnica mista)


E la vita bussò ai miei occhi.
Li aprii appena per farla entrare
e subito una lacrima fuggì,
segnandomi il viso irrimediabilmente.

Nei giardini sospesi della mia memoria
ogni cosa matura nella sua indolenza.
Nei giardini sospesi,
abitiamo entrambi lo stesso labirinto,
lo stesso catalogo di pensieri morti.

Le mie parole si congelano
incontrando l’indifferenza dei tuoi occhi.
Si immolano sull’altare dei ricordi,
vittime di uno scempio ormai fatale.

Comincio a dubitare della tua esistenza,
della tua bellezza
e del tuo odore.

Rassetto i giorni, spolverandoli con cura.
Ogni singolo istante lo pretende.
Rassetto i giorni, rigurgitando l’esistenza,
vorrei riedificarci sopra, qualcosa di compiuto,
coi cocci rotti, decantati nel mio ventre.

Terra ocra, asfittica, soffoca gli errori.
(e non solo questi)
Rosario Ciotto


Dell'uomo, del cielo, dell'anima

Dell'uomo
Roscio, "dell'uomo" - 2006-  tecnica mista su tavola

Catturato da una trama abrasiva,
timbro costantemente, assieme ai mie simili,
la pretesa di vivere.
Le solite facce, clonate in sequenza, vagano per il mondo
lasciando come unico segno delle incognite impronte.
La vista, offuscata da un orizzonte sfocato, si perde in un mare di vite
 inchiodate dalle loro stesse paure.
I nostri nomi non si libereranno mai 
da quelle oscure consuetudini che ne hanno determinato l’oblio.....

Roscio, "dell'uomo" - 2006-  tecnica mista su tavola, PARTICOLARI




















                                                                                                           





















Rosario Ciotto




Del cielo


Roscio, "Del Cielo" 40x40 tecnica mista su tavola

Ogni giorno indosso una croce, rivolgendo a un cielo di fuoco
 la mia supplica per la redenzione.
Dalle mute ferite di questa lava infuocata, nulla traspare.
Resto solo in silenzio, sul retro di strane congetture.


a seguire: "Del cielo", particolari



Rosario Ciotto



Dell'anima
Roscio, "Dell'anima" 40x40 tecnica mista su tavola
.... All’interno tutto si contorce
tessendo un intrigo serrato che soffoca ogni espressione sincera.
Ofidici arti mi legano al nulla inoculando le loro tossine.
La nostra vita fugge col bottino
e la stanchezza ci preclude la caccia,
lasciando esiliate le gioie dal cuore.

Rosario Ciotto



La goccia
Dal taccuino dei pensieri semplici: Speranza e desiderio, 2013
 acquerello e inchiostro su carta

Mentre una goccia cade con l’ostinazione di un martello,
scavando puntigliosamente la mia inquietudine,
traccio sentieri improbabili,
arrampicandomi su metafore impervie.
Non riuscendo ad esistere dentro un cuore tiepido
spero di morire,
tra le fiamme del girone dei reietti,
senza celarmi dietro la disinvoltura di un ipocrita ornamento.
A questo punto, solo l’odore mi lega al tuo seno,
sospeso ma avvinto alle tue viscere
come un feto in un grembo di ghiaccio.
Resta in piedi una bellezza esanime,
un concetto artefatto su una pagina bianca.
Lotto contro il tempo,
rappresentando la mia storia prima che finisca.
Prima che finisca.

Rosario Ciotto


AVVOLTERITORNANO




Roscio 2014 -pensiero semplice- (stralcio)

In un momento senza odore,
 a tre sogni dal tramonto,
mi alzo in piedi per sentirmi sveglio,
calpesto l’immondo parassita che fagocita ogni mio desiderio
e attendo in preghiera.
Mostrami, ti prego, la via che conduce dove affoga il giorno
assieme alla sua malinconia,
indicami un ristoro sicuro per le menti in affanno.

Fino a quando il fiume riconoscerà i suoi argini?
Quando l’orgia di sguardi e sospiri si infrangerà sulle rive della speranza?
Vivo la vita già da un po’ e ancora non ne comprendo il senso.
Trafiggo la mente, con ferocia, per punire i miei ricordi.
Lingue di fuoco mi leccano l’anima con gusto.....
 la mia anima si gode quest’inferno.
Rosario Ciotto
AVVOLTERITORNANO2

Roscio 2014 -pensiero semplice- (stralcio)
Il tuo cielo passò sopra di me senza toccarmi
e ti vidi scomparire.
Assassinai il mio destino a colpi di rinunce e digressioni
come i tanti che spendono la vita con parsimonia
sperando, coi risparmi, di comprare il paradiso

Tutti noi ci usiamo più o meno onestamente

Buttai la rabbia oltre la solitudine
ed inspirai a pieni polmoni
un odore liquido che mi soffoca tutt’oggi l’esistenza

Scivolai su una bugia ipocrita,
sapendo che non si può arginare la delusione ai margini della deriva
Sapendo che ti inventai per amarmi,
ma che quest’amore non mi bastava più…..

Deframmentazione dei ricordi e scansione dello spirito
alla ricerca di un tempo infinito, insensibile alla nostalgia
lacerato dal rimpianto e affamato, ricado sul tuo seno
mentre lotto, corpo a corpo, col desiderio di morire

Rosario Ciotto


Metamorfosi onirica

Roscio 2013 - pensiero semplice (stralcio)

La mia anima assomiglia ad un ginocchio,
di quelli sbucciati, che sanguinano silenti.
Si coagula una crosta sopra le afflizioni
e, subito, indotto da un’irresistibile prurito,
ci gratto sopra con la curiosità del chirurgo
alla ricerca di un consolatorio appagamento.
E’ un lavoro di perizia e pazienza
Poi, quando inevitabilmente sgorga il rosso
da quella putrida concrezione,
ultimo riparo dalle intemperie batteriologiche,
un sorriso amaro si stampa nello stomaco:
….. inizio a digerire.
Intontito da grave forma di ipotensione esistenziale,
rassegnata conseguenza fisiologica dell’assimilazione,
inizio a guardarmi dentro
e come tutti quelli che si osservano dalla parte sbagliata,
dal buco del culo,
la prima cosa che mi frana addosso
è….. semplicemente merda.
Inizio a scavare nel tentativo di riemergere:
un duro lavoro credetemi
e finalmente riesco a farmi largo.
Un uscio mi appare, dallo stesso intravedo uno spiraglio.
Due figure note lo presidiano:
una NATURA generosa ed una VITA avara,
si stanno giocando ai dadi
l’opportunità di un lasciapassare.
Nel dubbio e nell’attesa cambio via,
incespico, stramazzando dentro un’orda di parole
che attacca i miei sensi facendoli vacillare.
Colpi bassi, incassati con eleganza,
si alternano a sferzate feroci
che annichiliscono ogni tentativo di reazione.
Invischiato in questa atroce confusione,
mi lascio andare in una tanatosi tattica
in attesa della fuga da questo sogno tumefatto.
Fuggo stuprando il confine del buon senso
e sguazzo, ubriaco, in attesa del delirio
sdegnando la vita ed i viventi.


Rosario Ciotto


Infarto psichico



Torpore diffuso e paralisi sensoriale,
voci roche da dentro
tossiscono il loro verbo contaminato.
Il sudore bagna il corpo di voluttà e ribrezzo.
La notte scuote il cadavere col terrore del mattino
timide membra si contorcono in una smorfia buffa.
Ho sognato che urlavi in fondo al mare
le meduse ti accarezzavano la pelle.
Ho sognato che gridavi di terrore
i rancori ti sgorgavano dal naso
e intanto fuori,
qualcuno bussa.
Le sirene irrompono nella stanza,
camici bianchi si proiettano sulle spoglie disarmate
carica a 200…. liberaaa
il colpo scuote l’apparenza,
tutto il resto non muta
nel suo gelido candore di marmo.
Fumo e confusione appannano gli ultimi ansimi.
Che misero epilogo,
in mezzo ad estranei, discinta e stropicciata.
Occhi sbarrati
in un frame di un freddo film tedesco.
E così,
ci si appresta a finire…..
Io ne ho patite cose che questo organismo non potrebbe neanche sostenere
passioni in fiamme infrante sui bastioni dell’integrità morale,
ho sentito mostri rosicchiarmi il ventre dall’interno
E tutte queste emozioni andranno perdute per sempre,
come cesure nel silenzio.
E’ tempo di morire…..
Rosario Ciotto

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