Fotografia di Hmproudlove
- andare
e ancora andare
la vita scivola su un freddo mare di marmo
in cui vorrei annegare
mi sono perso
non ho capito
e chissa’ poi
se le stelle non sono di ghiaccio
- ti guardo mentre giochi … non ho voglia di giocare
e quando il cielo si fa grigio
io vedo
occhi e nuvole
un cuore con le ali batte
vicino una sorgente d’acqua pura ….
- e ancora andare
le parole di pietra
cadono dalla tua bocca
per ferire
il tempo passa….
ed io rimango qui
immobile
anacronismo che si evolve
- io voglio che sia notte
delle note ed una voce
che mi riempiano la testa
poi…
il tutto si uniforma
soffocando il fatuo
in delle pose plastiche
affascinanti e pache
- nella mente
il canto degli uccelli
uccelli disperati
uccelli in gabbia
consci delle loro inutili ali
- e ancora andare…
fino a capire
come un occhio puo’ essere composto
da inutili sguardi
e tanto vetro
vetro che taglia l’animo, l’aria, l’essere
- un volto si spacca in un sorriso idiota
e dentro
tra le foglie insalivate
il calice dell’amore
- un grido e tanti alberi
da attraversare
veloce … ancora piu’ veloce
una voce mi chiama
poi l’estasi
tra un ritmo assordante
che si confonde
con i miei pensieri
poi
la quiete
di un funerale in una giornata di primavera
- fuoco, pioggia, terra
trasportati da un vento sconosciuto
devastano
le pareti ridipinte del mio corpo
non era solo una questione di forma
loro sono in me
e la mia mente
li corregge a stento
un urlo dal di dentro
rintrona
cio’ che ne esce… e’ misero
si e’ misero
e mi viene voglia di non guardare
- disteso su un letto
penso
ad una vita in silenzio
sulle occasioni perdute
e sulle scelte che ho fatto
sputo il veleno del folle
- tutto si conclude
le cose morte
seppellite nei sepolcri del mio ventre
a poco a poco
si decomporranno
le loro tombe
resteranno a monito
camminero’
figura tra gli spettri
la mia ombra…
prende gia’ il mio posto
- io rido
rido rido rido rido rido rido rido rido rido ridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridoridorid
Il pensiero della notte
Il mio pensiero della notte s'incontra col tuo
ed i miei occhi spalancati nell'oscurità
assorbono ogni tuo gesto rimasto attaccato alla mia pelle.
Sentire dolore e sudare sangue
tenendo il silenzio serrato tra le mie labbra.
Deglutirti sapendo di doverti vomitare
sapendo che a noi il mare di ghiaccio precluderà ogni via d'uscita.
Affacciati sul baratro dei ricordi
i miei pensieri si rincorrono fino allo stremo
in attesa della sveglia liberatoria
quando spero di aprire gli occhi su una vita diversa.
Spingerò la mia anima dentro al tuo viso
l'accoglierai con un sorriso e la custodirai.
Il tempo non ci appartiene.
Io morirò.
Il ricordo ci renderà felici.
La danza delle anime sole
Rosario Ciotto
Il pensiero della notte
Dipinto di Giuseppe Pizzardi
Il mio pensiero della notte s'incontra col tuo
ed i miei occhi spalancati nell'oscurità
assorbono ogni tuo gesto rimasto attaccato alla mia pelle.
Sentire dolore e sudare sangue
tenendo il silenzio serrato tra le mie labbra.
Deglutirti sapendo di doverti vomitare
sapendo che a noi il mare di ghiaccio precluderà ogni via d'uscita.
Affacciati sul baratro dei ricordi
i miei pensieri si rincorrono fino allo stremo
in attesa della sveglia liberatoria
quando spero di aprire gli occhi su una vita diversa.
Spingerò la mia anima dentro al tuo viso
l'accoglierai con un sorriso e la custodirai.
Il tempo non ci appartiene.
Io morirò.
Il ricordo ci renderà felici.
Rosario Ciotto
La danza delle anime sole
Michael Maier
Alzare gli occhi
e cogliere il tuo sguardo senza lasciarlo appassire.
Che grave minaccia incombe sulle nostre teste:
la mia condanna all'insensibilità
la tua lenta agonia in un mare di acido.
Se il sole fosse stato più clemente sarebbe sorto prima
Se la notte fosse stata più pietosa non sarebbe calata mai
E qui
tra luce e tenebre
le nostre anime si incontarno danzando.
Rosario Ciotto
L'odore dei fiori recisi
La mia prima mattina d'estate non era ancora arrivata
e invece a me sembrava fosse già finita.
La primavera si, era passata
ed era forse il suo odore che mi faceva pensare
a tutti quei fiori recisi
che nella mia mente non appassiscono mai.
E' difficile vivere con un odore nella testa.
Si insinua, ti inebria
e ti filtra la realtà con un velo di ricordi
Passano solo le ombre... passano solo le ombre
ed io le guardo passare
Illustrazione e poesia di Rosario Ciotto
Una morte lieve
L'estasi di Santa Teresa, Bernini
Vederti nuda
e guidare la mia lama all'interno del tuo ventre
Girarla e rigirarla guardandoti
e vedere il tuo sguardo sgomento
ma oltremodo soddisfatto
Sorriderai
mentre di contro il tuo stiletto penetrerà il mio cuore
Ti accarezzerò asciugando una lacrima sulla tua guancia
e lascerò lacerare le mie labbra
dal ghiaccio dei tuoi occhi
Sarà una morte lieve
quasi per caso
qualche centimetro più in là della speranza.
Il mondo morirà con noi
Rosario Ciotto
Strade intrecciate
Giovanni Battista Piranesi, Carceri d'Invenzione
Muoio cento volte al giorno
eppure cammino lo stesso
Davanti allo specchio i miei occhi mi guardano
infondendomi un senso di paura
Ogni mattina mi alzo
e nonostante tutto
cammino
Sacco vuoto in balia del vento
Le strade tracciate si intersecano in una ragnatela
che si attacca addosso
e nella quale si sono invischiate tutte le passioni
Perdute le passioni
restano solo le responsabilità
Restano solo le responsabilità...
e la paura di doverle affrontare
Rosario Ciotto
Poesia e illustrazione di Rosario Ciotto
Mi stanno bruciando le ali
Lui non poteva chiudersi
dentro la stanza
e pensare
che attorno non c'era nessuno
perchè attorno c'era la stanza.
Nessuno era la stanza.
Troppo piccola vista dal cielo
la stanza era tutto in quel momento.
Era tutto.
Perchè gli stavano bruciando le ali?
"L'unica cosa da fare è tendere la mano"
pensò.
Ancora aspetta
Poesia e illustrazione di Rosario Ciotto
La sindrome dell'armadillo
Francis Bacon, "Figura con carne"
E ritorno ancora indietro sui miei passi
raccatto i pezzi dell’antica armatura
e li lucido a specchio per una nuova uscita.
Coi piedi ancora sanguinanti dall’ultima passeggiata sui cocci rotti del tuo sguardo
procedo ancora
Mi ritrovo in mezzo al traffico
a vomitare la mia vita dal finestrino
in faccia ad uno sconosciuto.
Cammino ancora
Indosso il mio vecchio profumo cercando di celare l’effluvio dell’inganno
Le macchie sul sudario
La polvere sui ricordi
RICORDO _ DOLORE
RICORDO _ CONFORTO
Ricaccio dentro la mia natura di sconfitto
ma non riesco proprio a digerirla
Danza dentro me al festival delle occasioni perdute
Il cane non mi da tregua
le mie viscere tra le sue fauci sembrano animarsi in atroci contorsioni
Mi manca il respiro
e questa dannata coltre di latta piuttosto che proteggermi mi soffoca.
Illusione di una eternità senza bilanci
Dimenticherò per sempre come ci si sente ad essere veramente vivo
Il giorno dopo ci trovò abbracciati su un letto rosso sangue
e dopo aver pianto
attraverso i tuoi occhi mi vedo cadere.
Rosario Ciotto
L'anima della sera
Xetobyte
Tagliato in due dal bianco suono delle tue parole
Il mio cuore non riesce a ragionare
E’ la mia mente che invece pulsa
continuando a martellare ostinatamente sull’esanime letto dei ricordi.
Le maschere continuano a guardarmi
dalle profonde orbite vuote
abbozzando un sorriso triste di compatimento.
Soffocato dalla stretta delle mie stesse membra,
mi contorco in una danza macabra.
L’angelo caduto ride sempre tra le fiamme
mentre la luce fredda di un pomeriggio d’inverno, fagocitata dalle tenebre incalzanti
lacera gli ultimi brandelli integri della mia pelle.
Non mi riconoscerò più allo specchio,
concedimi i tuoi occhi, da possedere in una notte senza luna,
genereremo una luce nuova:
l’anima della sera
Rosario Ciotto
Il volatore
Przemyslaw Stradczuk
Calmo si libra dal sesto piano il volatore
nulla gli manca, se non le ali.
Spicca il salto dal suo trespolo ringhiera
guardando la luna in faccia.
In lei si specchia.
Paco è il volo che lo porta in seno al panorama
Custode del seme dell’agognato oblio.
Il vento lo bacia e l’accompagna
E lì, a mezz’aria, dove più la gravità insiste,
ricorda per caso che “volatore” è termine che non esiste.
(I rammarichi smettono di bussare)
Rosario Ciotto
Preghiera per la pioggia
Madre natura di Giordano Cavedoni
Un giorno colsi tra le mani le lacrime della mia ultima occasione.....
e mi profumai.
Uscii di casa senza una meta precisa
e fu li, in mezzo alla strada
che incontrai la solitudine.
Uno sguardo fuggì dai miei occhi
e si rivolse indietro.
Non saprò mai cosa vide veramente.
Quanti ricordi si perdono in questa emorragia di parole riflesse.
Di quanta indulgenza dovrò ammantarmi
per giustificare il mio ennesimo fallimento,
per nascondermi dietro "un impietoso destino".
Che vergogna
guardare le nuvole... e non pregare per la pioggia.
Rosario Ciotto
Parole in fuga
L'alba dell'angelo ferito
Salvador Dalì - Purgatoio (Il regno dei penitenti)
Ricordo l’alba.
Fuori dalla finestra il mare mi apparve come una trama di luce tessuta dal vento,
velluto a coste grigio piombo impresso su un fotogramma di ghiaccio che esercita
con passione
Fuori dalla finestra il mare mi apparve come una trama di luce tessuta dal vento,
velluto a coste grigio piombo impresso su un fotogramma di ghiaccio che esercita
con passione
la sua forza gravitazionale.
Solo, fra quattro mura e mille pensieri, col cuore incartato nella nebbia, mi accingo
a compiere il balzo della belva.
I miei incubi danzano come ombre al suono di luci intermittenti estranei alla festa del creato, mentre sfoglio, senza mai leggerle davvero, le pagine della vita.
Vuoto nel vuoto, discuto coi miei pensieri il senso del mio esistere. Sullo sfondo, malcelata,
Solo, fra quattro mura e mille pensieri, col cuore incartato nella nebbia, mi accingo
a compiere il balzo della belva.
I miei incubi danzano come ombre al suono di luci intermittenti estranei alla festa del creato, mentre sfoglio, senza mai leggerle davvero, le pagine della vita.
Vuoto nel vuoto, discuto coi miei pensieri il senso del mio esistere. Sullo sfondo, malcelata,
la mia anima si nutre solo del privilegio di essere inchiodata dai tuoi occhi.
Dal deserto al nulla il passo è breve, devo solo dimenticare di respirare
chiudendo la mia vita
Dal deserto al nulla il passo è breve, devo solo dimenticare di respirare
chiudendo la mia vita
in un cassetto squallido, dove cerco di conoscerti più profondamente.
Rosario Ciotto
Parole in fuga
David Ho My dark esthour
Un tenue filo conduce la mia mente oltre me stesso,
lì dove il pensiero sfuma rischiarato appena dalla luce bisbigliata dai tuoi occhi.
Ogni cosa mi appare sorda, quando nudo, allo specchio, cerco di svelare il significato di queste mie parole in fuga.
Poco più in là l’indifferenza apatica banchetta con l’angoscia su un tappeto di ipocrisie.
Le tue vesti nude girano per casa, aggrappandosi ad un’altra disperazione che non mi ha mai reso compagno delle sue rivelazioni.
Come l’uomo senz’ombra, passo la mia vita dubitando, in attesa dell’ineluttabile decesso degli ultimi sogni infranti sugli scogli delle mie incertezze.
Rosario Ciotto
L'universo della menzogna
![]() | |||
Sarolta Ban - surreal 12 |
L’essenza di ogni cosa pulsa
celandosi nella menzogna.
Tutto ci appartiene tranne la verità
che, ingannata dall’indulgenza dell’occhio,
si fa beffe della nostra bramosia.
Provai a coltivare l’illusione sul terreno dell’angoscia,
ciò che germogliò non furono gli anelati succulenti frutti dell’oblio
ma solo la sterile secchezza delle fauci deliranti
di un animale idrofobo.
In silenzio, assaporai l’inutilità di un sogno breve
ottenuto dalla ricomposizione sconvolta
di vecchi desideri e rimpianti malcelati.
In silenzio, soffoco ora,
in un contorcimento di pensieri
che mi strangola il cuore
spillando fino all’ultima goccia la speranza.
Rosario Ciotto
Un luogo ..... un'ora
Serata con Luna
Coi piedi in terra e la testa tra le nuvole
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ROSCIO - Coi piedi in terra e la testa tra le nuvole (40x40 olio su tavola, collage e rete) |
E continuo sentirmi inadeguato.
Accompagnato dalle note di una nenia impercettibile,
passeggio a piedi nudi sulle tracce dei miei pensieri
cercando di non annegare tra le trame delle mie riflessioni.
Da quando vivere diventò consuetudine
la mia curiosità si ciba solo di particolari insignificanti.
Assorbo immagini con l’ingordigia animale di una regressione auto ispirata.
L’eternità di un attimo accentua lo squallore dell’animo.
Qual era la promessa? quali i desideri?
Non so cosa sono,
non so cosa vorrei essere
ed in ogni caso non saprei come diventarlo.
Chissà se la morte mi coglierà impreparato?
Qual è la misura di una vita?
Mi perdo ….. nel tentativo di stupire me stesso,
coi piedi in terra e la testa fra le nuvole.
Rosario Ciotto
HATE
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ROSCIO - HATE (40x40 olio su tavola, collage e vetro stratificato) |
Cavalcare il cavallo di Troia
e fumare poesia
ostentando un sorriso senza dubbi.
Dentro
e neanche così in fondo,
tutto appare così complicato.
Scrutare, di nascosto,
gli angoli oscuri di un sentimento alla fragola
e provare disgusto me stesso.
Non c'è nulla da comprendere
oltre il limite della strada che conduce al proprio destino.
Non c'è nulla da sperare
NULLA
E in questo nulla
non c'è parola che possa spiegare.
Rosario Ciotto
Un giorno ... forse
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ROSCIO - Giorno tra i giorni (40x40 olio su tavola, collage e materico) |
Vedermi scivolare nei sogni di qualcun altro
e respirare, a stento, qualche goccia di vita smarrita lungo la strada.
La lama di luce penetra il mio sguardo
colpendo lucida le parti più sensibili.
Non c'è forza in questa luna nuova,
solo un pallido rossore che inganna la mente.
Mi spoglio di tutto,
fino alle ossa,
per cercare qualcosa di bianco,
riesco a sentire solo un freddo incolore
che mi abbandona esanime ma del tutto indifferente.
Ridipingere le memorie ed incorniciarle in una prigione dorata
mentre i mondi si spengono l'uno dopo l'altro,
scandendo un ritmo industriale.
La viltà mi assale alla gola,
non l'avevo sentita arrivare,
stringe tra le sue spire il luogo dove niente muore mai,
la sua smania di oblio le centuplica le forze,
nulla stringe se non la cruda realtà
che tuttavia, ormai si palesa discinta ai miei occhi.
Un giorno, forse, riguarderò indietro
assaporando il gusto antico del significato d'essere vivo,
un giorno forse dimenticherò chi sono
e riuscirò davvero a dire addio.
Rosario Ciotto
Eppur ci resta aperto il cielo
![]() |
ROSCIO - "Eppur ci resta aperto il cielo" collage e composizione degli anni novanta
|
Ultimamente vivo di riflesso più che di riflessione, metto insieme parole e vecchie immagini cercando di confrontarne i contenuti. Mi fa paura la costanza di una vita che si ostina a restarmi appiccicata addosso.
Un’immutabilità subita passivamente ma con passione, che strane a volte le parole.
Demolire l’equilibrio delle piccole infatuazioni
e dirigersi in alto, assecondando il colpo d’ala,
li dove risiede la salvezza delle inutili spoglie.
Un vento crudele sferza gli ultimi residui di stabilità
stramazzandomi su una nuvola
a cui chiedo conto della sua inconsistenza verbale.
Dagli abissi della memoria un urlo mi trattiene,
bagnandomi i piedi con la sua bava viscosa.
Lo sguardo non penetra i confini dell’oggi
e di questo devo farmene una ragione.
Il calore diventa insopportabile
mette in ginocchio tutte le gioie della normalità.
Schiudo il ventre per accogliere il colpo della liberazione
Solo una porta mi si sbatte in faccia.
Rosario Ciotto
Un luogo ..... un'ora
![]() |
Roscio, Time (1987) - 50 x 50 olio su tela con meccanismo d'orologio |
Scendo, in apnea, dentro i miei pensieri
alla disperata ricerca di un segno
che possa giustificare un’inutile esistenza
Annego in questa giornata silenziosa
sotto un cielo indifferente che non partecipa agli affanni
di questo minuscolo inquilino del piano più basso.
Voci ed equi voci cantano tristemente
in un sabato d’attesa
di una domenica che tarda ad arrivare.
L’esistenza mi attraversa
mentre invano cerco di sconfiggere
I battiti del cuore.
E’ inutile, non riuscirò mai a possedere la mia anima.
La mia vita vive oltre me
nonostante mi affanni a ripudiare
questo strano patto di fedeltà col mio destino
Senza nessuna Itaca a cui ambire,
mi perdo in questo mare senza approdi
Ogni luogo ha un’ora
Ed io, non riesco mai ad essere puntuale.
Rosario Ciotto
Serata con Luna
![]() | ||
Roscio, serata con luna (fotografia) |
Si ricomincia. Agosto ci lascia con qualche nuvola che, ai più, appare inopportuna e fatalmente si ricomincia. Complice la mia indolenza prevacanziera o una svogliatezza atavica che, attualmente, mi rende complicata ogni attività, mi ritrovo con qualche impegno insoluto. Armato di una pingue scorta di buone intenzioni, cerco di recuperare con qualche oretta di lavoro supplementare che mi porta a rincasare un pò dopo. Il rito è sempre lo stesso: percorso in apnea celebrale da studio a casa e cruento bilancio giornaliero faccia a faccia con la mia immagine riflessa nello specchio dell'ascensore ornato dell'immancabile zanzara spiaccicata con tanto di scia ematica in evidenza.
Qualche sera addietro, appagato da una proficua giornata, riuscii a cogliere interamente l'ultima traccia di razionalità tra le pieghe del mio viso, lasciando solo l'uomo senza la convenzione di esistere. E' difficile spiegare la sensazione di vuoto, prima ti spaventa, poi ti affascina ed infine ... ti sazia. Fu in queste condizioni che sbarcai, alla fine dei sei piani, davanti all'uscio di casa, sazio. Senza passare, quindi, dalla cucina mi diressi con pigrizia verso la portafinestra della mia veranda. Ciò che vedete nella foto si presentò ai miei occhi. Inevitabilmente incominciai a pensare, ed i miei pensieri, come immaginerete, sono preda di tanti "contrasti irrisolti". Spolverai l'indolenza, scattai la foto e scrissi:
Vomitata dall'orizzonte
la luna piena irrorava le anime di tensioni e cupi presagi.
Le nuvole, bagnate dalla sua pallida luce
vagavano lente in processione silente.
Candida la sua apparenza,
sporca e corrotta la sua essenza...
Per non parlare della sua faccia nascosta.
Rosario Ciotto
Autoritratto con mosche

Dell'anima
Una stagione all'interno
![]() |
ROSCIO - Una stagione all'interno (40x40 olio su tavola, collage e rete) |
Eppur mi sembra ancora di averti accanto
Gli odori si mischiano
alle note di un deja vu musicale,
mentre luce e tenebre
combattono una delle due consuete battaglie quotidiane,
lasciando come unica carità
gli ultimi raggi radenti di una misera giornata.
Col feticcio del mio cuore
appeso a un chiodo, ai piedi del tuo letto,
il genio, inane, distilla tuttavia gocce di nettare
dalla mia tormentata essenza.
Raccatto brandelli di razionalità sopita
e li incollo sull’imballo
di un’ipertrofia emozionale ormai ingombrante.
Mentre la mente spiega al cuore
le sue stupide ragioni,
la penna si insinua tra le viscere
per scrivere la storia di un'ultima
“stagione all’interno”
Rosario Ciotto
Ai confini del cuore
![]() | |
ROSCIO (2006) - La stanza, vista da fuori (40x40 colori su tavola, collage e vetro) |
La prima volta che ti vidi
pensai ad una bugia perfetta
che distraesse la rotta dei miei sogni ridestati.
L’ultima ….. non la ricordo più.
Inganno le memorie del bambino
con l’acume dell’erbivoro,
masticando noiosamente gli ultimi brandelli succulenti.
Gli occhi, chiusi,
colgono scene da una frontiera invalicabile.
Distruggo con candore, senza intento,
mi bagno alla fonte dell’incoscienza,
risorgo con coraggio.
Ti vedo, ai confini del cuore,
ardere su una pira di pensieri contrastanti
mentre la mia furia,
percuote il tuo ventre con colpi proibiti,
oltre il limite di ogni sentimento.
Saldo il tuo sguardo con il palmo della mano
e m’inginocchio al tuo fianco,
cosciente che nulla di te mi è mai appartenuto.
Senso di vomito, scosse feroci,
scuotono un corpo inerme che riesce solo ad assimilare
suoni violenti nascosti tra le piume di un giaciglio rassegnato.
La memoria della tua voce è vecchia,
vecchie sono
le promesse di salvezza che potrebbero lenire
le piaghe di un’epidermide corrotta.
Respiro il tuo nome, in silenzio, in una stanza vuota
nella quale soffoco con cura maniacale ogni mia passione.
La camera ringrazia voluttuosamente
ridendo dei miei eccessi e della mia brutalità.
Odor di vino e di vergogna
impregnano le sue rozze pareti
mentre un nero tormentato pone fine all’agonia.
Rosario Ciotto
Gli ingranaggi del silenzio
![]() | |||
ROSCIO (2006) - In attesa della parola giusta (40x40 colori su tavola, collage e nylon) |
Risorgo, a rate, dall’ultima vacanza del mio
cuore
e la mia faccia, in fotocopia,
è la sola che sorride, contorta,
dopo che il foglio s’inceppa
in certi ingranaggi del silenzio.
Odoro la vita per sentirne l’essenza,
visioni d’ambra, distillate con cura,
come gocce di passito.
Ieri, è troppo lontano per poterlo trattenere.
Oggi, non riesco a rammentarlo mentre passa.
Domani, spero desista dal proporsi
suicidandosi in 75cl di oblio.
La mia bocca, deserta,
attende la classica frase di circostanza,
venuta da un mondo perfetto,
da pronunziare al momento giusto.
Nuoto, ingoiando il mare,
senza sapere con chi mi sveglierò domani
e quale capo indosserò,
prima di andare in scena.
Volgendomi verso me stesso
nudo e senza bagaglio
cerco di armare la mano al tempo
quale sicario delle mie emozioni.
Rosario Ciotto
Autoritratto con mosche
![]() |
"Mosche intorno alla testa" - Roscio 1990, olio su carta 40x40 |
Immobile e senza faccia
vaglio le mosche che mi ronzano intorno.
Che strane le mosche,
hanno ali per volare,
ognuno, anche se per fastidio, si accorge di
loro…..
.....succhiano sempre dalla solita merda.
La tua voluttà tinge i miei capelli di mille
colori,
onde bastarde che si contorcono in spirale
cercando di reprimere ogni altro mio desiderio
che non sia la tua anima,
questa maschera perfetta
della stessa bellezza dei fiori di plastica.
Il vermiglio minaccia i confini di un viso
lontano,
si spegne la rabbia,
si spegne la vita.
Quante speranze ansimano
sulla battigia di un mare ormai piatto.
Rosario Ciotto
"Mosche intorno alla testa" - Roscio 1990, particolari
L'icona dei giorni passati
|
![]() | |||
Roscio - L'icona dei giorni passati, 2007 (120x120 - tecnica mista) |
E la vita bussò ai miei occhi.
Li aprii appena per farla entrare
e subito una lacrima fuggì,
segnandomi il viso irrimediabilmente.
Nei giardini sospesi della mia memoria
ogni cosa matura nella sua indolenza.
Nei giardini sospesi,
abitiamo entrambi lo stesso labirinto,
lo stesso catalogo di pensieri morti.
Le mie parole si congelano
incontrando l’indifferenza dei tuoi occhi.
Si immolano sull’altare dei ricordi,
vittime di uno scempio ormai fatale.
Comincio a dubitare della tua esistenza,
della tua bellezza
e del tuo odore.
Rassetto i giorni, spolverandoli con cura.
Ogni singolo istante lo pretende.
Rassetto i giorni, rigurgitando l’esistenza,
vorrei riedificarci sopra, qualcosa di compiuto,
coi cocci rotti, decantati nel mio ventre.
Terra ocra, asfittica, soffoca gli errori.
(e non solo questi)
Rosario Ciotto
Del cielo
Dell'uomo, del cielo, dell'anima
Dell'uomo
![]() |
Roscio, "dell'uomo" - 2006- tecnica mista su tavola, PARTICOLARI |
Rosario Ciotto
Del cielo
![]() |
Roscio, "Del Cielo" 40x40 tecnica mista su tavola |
Ogni giorno indosso una croce, rivolgendo a un cielo di fuoco
la mia supplica per la redenzione.
Dalle mute ferite di questa lava infuocata, nulla traspare.
Resto solo in silenzio, sul retro di strane congetture.
a seguire: "Del cielo", particolari
Rosario Ciotto
Dell'anima
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