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ROSCIO
- "Eppur ci resta aperto il cielo" collage e composizione degli anni
novanta
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Ultimamente
vivo di riflesso più che di riflessione, metto insieme parole e vecchie
immagini cercando di confrontarne i contenuti. Mi fa paura la costanza di una
vita che si ostina a restarmi appiccicata addosso.
Un’immutabilità
subita passivamente ma con passione, che strane a volte le parole.
Demolire
l’equilibrio delle piccole infatuazioni
e
dirigersi in alto, assecondando il colpo d’ala,
li
dove risiede la salvezza delle inutili spoglie.
Un
vento crudele sferza gli ultimi residui di stabilità
stramazzandomi
su una nuvola
a
cui chiedo conto della sua inconsistenza verbale.
Dagli
abissi della memoria un urlo mi trattiene,
bagnandomi
i piedi con la sua bava viscosa.
Lo
sguardo non penetra i confini dell’oggi
e
di questo devo farmene una ragione.
Il
calore diventa insopportabile
mette
in ginocchio tutte le gioie della normalità.
Schiudo
il ventre per accogliere il colpo della liberazione
Solo
una porta mi si sbatte in faccia.
Rosario
Ciotto