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Il corridoio con le sue teche di vetro che fungono da
filtro dalla sala praticanti, presa di luce naturale e
prismi espositivi dettando un ritmo che attenua
l'effetto "budello".
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Vestire un corpo illustre si
confronta sempre con la necessità di velare senza camuffare, è un’operazione
difficile, che presume senza supporre, che deve tener conto della volontà di
caratterizzare nel rispetto di membra definite ed autoreferenziate. E’ questa
la filosofia che ispira l’intervento che vi propongo in questo post, che ispira
le scelte tangibili e, di conseguenza, la volontà di comunicare attraverso la
materia.
Materia e luce a servizio di una “funzione”
attuale concepita secondo schemi evocativi senza però voler sottrarre alla
storia il suo valore aggiunto all’interno di uno dei contenitori edilizi più
rappresentativi della mia città.
La funzione è quella di studio
legale, nell’immaginario collettivo marcatamente austera e legata ad una solida
tradizione che la percepisce attraverso simboli come la carta ingiallita, il
legno scuro intarsiato ed una luce fioca che alimenta un’aura mistica, quasi
ultraterrena a cui approcciarsi con deferenza.
Mi chiedo se non sia questo il
mix compositivo che consente agli avvocati di farsi onorare le parcelle, quest’impressione
di anticamera del purgatorio che incute timore e rispetto. Se fossero davvero
questi i presupposti economici vincenti, credo che la JUS&JUS, brillante
studio legale composto da giovani professionisti di successo, non plaudirà in
futuro il mio operato.
La trasparenza del vetro, che
segna e descrive con discrezione, la materia viva del legno, la tenacia dell’acciaio
corten, amalgamate da un linguaggio illuminotecnico di grande impatto emotivo, fanno
sì che il percorso attraverso gli ambienti di questo spazio richiami quanto ci
si aspetti da una figura professionale quale quella del consulente legale.
Limpidezza intellettuale connessa
a solidità e abilità professionali immerse nei riflessi di brillanti visioni,
ecco in cosa riponiamo la nostra fiducia quando ci apprestiamo ad oltrepassare
la soglia di uno studio legale. Questo ho voluto evocare nella scelta di
composizioni dinamiche caratterizzate da materia sapientemente plasmata prima
da semplici segni e poi dalle sapienti mani di collaboratori e artigiani coscienziosi.
In questa operazione mi sono
avvalso della collaborazione di tre persone che ho contribuito a formare e di
artigiani con cui coopero spesso, e vedere i loro sguardi soddisfatti e fieri
mi ha ripagato di tutti gli sforzi fatti per dare coerenza effettiva ad un “disegno”
e a tutte le inevitabili frustrazioni derivanti da velleità negate.
P.S.- Le foto purtroppo non sono eccezionali, vi posso assicurare che dal vivo è molto meglio.
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Legno, vetro e acciaio corten: insieme eloquentemente |
sotto: trasparenze e luci e materia e luce
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Il pavimento in Wenge che specchia il controsoffitto soprastante in vetro |
materia e dinamismo