lunedì 16 gennaio 2012

L'alba dell'angelo ferito

Salvador Dalì - Purgatoio (Il regno dei penitenti)

Ricordo l’alba.....
Fuori dalla finestra il mare mi apparve come una trama di luce tessuta dal vento, velluto a coste grigio piombo impresso su un fotogramma di ghiaccio che esercita con passione 
la sua forza gravitazionale.
Solo, fra quattro mura e mille pensieri, col cuore incartato nella nebbia, mi accingo a compiere il
balzo della belva.
I miei incubi danzano come ombre al suono di luci intermittenti estranei alla festa del creato, mentre sfoglio, senza mai leggerle davvero, le pagine della vita.
Vuoto nel vuoto, discuto coi miei pensieri il senso del mio esistere. 
Sullo sfondo, malcelata, la mia anima si nutre solo del privilegio di essere 
inchiodata dai tuoi occhi.
Dal deserto al nulla il passo è breve, devo solo dimenticare di respirare chiudendo la mia vita 
in un cassetto squallido, dove cerco di conoscerti più profondamente.
Rosario Ciotto

10 commenti:

  1. bella.

    dalì poi è stato il motivo per cui mi sono avvicinata all'arte, anche se il mio essere mi porta a creare arte in espressionismo astratto e materico .

    un saluto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono passato dal tuo blog per vedere qualche tuo lavoro pittorico ma non ne ho trovati, non li pubblichi o è stata una svista?

      Elimina
  2. Dolore, solitudine, pensieri bui. Filo conduttore la sofferenza che, pur rendendo aridi, conduce l'anima e la mano a scrivere bellissimi versi come questi. Tra i più intensi che ho letto qui.
    Roberta

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Roberta, in effetti la sofferenza contraddistingue, purtroppo, gran parte dei miei lavori. La "via dell'arte" è una delle tre vie d'uscita teorizzate da Schopenhauer, chissà???

      Elimina
  3. Ancora una volta, leggendo i tuoi versi, si ha la sensazione di un'anima solitaria che cerca una ragione di vita e cerca se stessa disperatamente, con molta fatica e sofferenza.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Ambra, i tuoi commenti mi toccano sempre. Come dici tu, sono un'anima solitaria che cerca una ragione di vita. E' strano, in effetti, una vita "piena", come la mia, apparentemente stride con questa "delusione". Forse il bisogno di capire l'incongruenza mi spinge a produrre dei lavori in cui io stesso cerco di scovare, tra le righe, dei significati. Grazie

      Elimina
  4. Hei Roscio, la Vita è un bellissimo dono e spesso non ce ne acorgiamo. Il fatto che scrivi dei versi così intensi nel dolore evidenzia una grande sensibilità. Usala per risalire, per trovare la tua essenza.

    Rispondi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ancora non so bene da cosa risalire, non sono mai andato giù. Questo mi tormenta ulteriormente purtroppo, grazie del passaggio, un saluto.

      Elimina
  5. Ciao Hyde, grazie del passaggio, emozionare e condividere sensazioni è gratificante per chi scrive.

    RispondiElimina