giovedì 16 maggio 2013



Gocce di smeraldo in un mare d'argento.
L'ombra mi culla e mi ristora.
un fuoco di ghiaccio ardente,
guida del mio navigare, 
mi conduce ad acque tranquille
attraverso una violente tempesta.
L'impeto furente del vento notturno
riduce in cenere le candide vele.
La marea trascina lenta il legno
che scivola fluida sul velo lucente.
Sorge il sole, si sveglia il sereno.
Musica in festa si ode in lontananza.
Il mare è calmo, la nave immobile.
Gocce di smeraldo in un mare d'argento
e un triste sorriso.


Non sono io.
Il mio cuore è di vetro.
Quest'uomo che vedi è un miraggio.
Ascolto in silenzio
le parole che mi bisbiglia il vento.
Perchè non le senti?
le grida forte.
Quanto vorrei vederti sorridere incurante del nulla 
amante del tutto.
Non ammirare, ama.
Solo così capisci che non sono io.

Riccardo Romboni

8 commenti:

  1. Parole leggere e fluenti ma impregnate di vaga tristezza e un'immagine inquietante, un uomo sepolto vivo che lentamente riemerge dall'abisso.
    Versi splendidi, incisivi, che penetrano nella mente e nel cuore creando scompiglio.

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  2. Caro Rosario, stai facendo riflettere con queste parole, che sempre che ricordi qualcosa che a lasciato in te una vela tristezza...
    Complimenti molto bello questo post.
    Se passi da me potrai vedere l'adunata degli alpini a Piacenza dove io ho fatto molte foto di ricordo. Ciao e buona serata caro amico.
    Tomaso

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  3. Non so perchè ma i tui versi (la prima parte) mi fanno pensare ad un Ulisse lungo il viaggio di ritorno alla sua Itaca..Un Ulisse provato, stanco, trasformato da Nettuno nei frammenti delle sue avventure per terre e per mari sconosciuti, sempre alla ricerca di sé stesso,in uno dei pochi momenti di tranquillità, cullato dalle onde e disteso sulla sua nave che veleggia sicura e silenziosa. Un caro saluto.

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  4. Ottima la presentazione di queste proposte poetiche di oggi, che lasciano trapelare un velo di malinconia, in una dimensione di vita che va... sfiorata da inquietudine dell'inconscio...
    Vivi una splendida sera, un caro saluto, silvia

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  5. Non sempre le tempeste attraversate incolumi ci lasciano in bocca il gusto di una serenità conquistata, spesso il retrogusto è amaro perchè in quella tempesta magari avremmo voluto naufragare, morire da eroi. La sopravvivenza è una dannazione. Questo, a mio avviso esprime questo giovane amico che ho l'onore di ospitare in C8LINE. Ad majora Riccardo

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  6. Splendido accostamento. Leggevo e sembrava che l'immagine prendesse forma, movimento

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  7. Parole che mostrano sensibilità, coraggio, paura e voglia di vivere. I momenti di crisi fanno crescere, ci portano su strade che non avremmo mai creduto potessero essere le nostre...ma segnano indelebilmente.

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