La prima volta che vidi Matilda fu quasi tre anni or sono.
Camminando sul ciglio di una strada io e Faniglio
vedemmo una ragazza che raccoglieva un giglio,
dal balcone di Gina Millecolori,
la proprietaria del Bar Arcobaleno.
Saltellando di qua e di là raggiungemmo in un batter d’occhio la ragazza del giglio,
così la chiamai quando fummo vicino a lei a meno di un millimiglio.
All’inizio i suoi occhi profondamente verdi, da perdersi nell’abisso dell’amore, furono scostanti e indispettiti.
Ma quando i nostri sguardi si incontrarono per un eterno momento fu semplice capire che le nostre vite fluttuanti e senza una meta avevano trovato il rifugio comune,
il compagno di viaggio,
l’anima gemella,
la serenità di vivere insieme la sconosciuta quotidianità.
Il resto della storia sarà il signor Tempo a raccontarcelo.
Fortunatamente da quel giorno, quando vedo i suoi occhi profondamente verdi sospiro,
sorrido e il mio cuore danza festosamente dentro me.
Penso sempre a quella volta in cui Matilda raccoglieva un giglio e la mia vita
era ancora e soltanto un pigro sbadiglio.
Estratto dalla scatola di latta
Josè Pascal
Sembra un racconto su cui cucire un film anni '50, quando i sentimenti erano delicatamente profondi, quando qualcosa che iniziava non aveva il timer che infastidiva i rapporti con il suo penetrante ticchettio. Mi piace lo stile con cui è scritta.
RispondiEliminaRoberta
Parole leggere e profonde che raccontano di un amore delicato.
RispondiEliminaGrazie della tua visita. Ti ho inserito nel mio blogroll. Però sto andando in vacanza e per un po' non passerò di qui. Ma ritornerò sicuramente.
Molto bella, sposo le parole di Ambra, le dice meglio di me. Ciao.
RispondiEliminaVi ringrazio per le soffici parole ;)
RispondiEliminajosè pascal