domenica 11 settembre 2011

La rivoluzione nascosta

 Il quarto stato, Pellizza da Volpedo


 
Nel mondo dell’informazione in tempo reale e del bombardamento mediatico, assistiamo ad uno strano fenomeno per cui ad un’eccessiva sovraesposizione di alcuni fatti che per mesi si impossessano di ogni preziosissimo istante televisivo calamitando la morbosa attenzione di un pubblico in balia di giornalisti con i neuroni in sciopero, si contrappone uno stranissimo silenzio su notizie clamorosamente importanti. Solo in pochi hanno sentito parlare, infatti, di ciò che sta accadendo da circa due anni in Islanda. Nessun telegiornale o testata giornalistica ha dato risonanza ad una rivoluzione più unica che rara che il popolo islandese sta portando avanti nei confronti del proprio governo e degli errori clamorosi che avrebbero voluto far pagare ad ogni cittadino. Ma andiamo ai fatti.
L’Islanda, piccolissima isoletta parcheggiata lontana dal vecchio continente, apparentemente “innocua” ai fini dell’economia, ha conservato un reddito procapite fra i più alti al mondo fino al 2007, quando a causa della privatizzazione delle banche e successive manovre sbagliate, la situazione cominciò a precipitare inesorabilmente.
Una situazione economica già drammatica, subisce il colpo di grazia a causa della crisi dei mercati finanziari del 2008 e la “dimensione” molto piccola anticipa quanto avverrà in seguito nel vecchio continente, che porterà alla nazionalizzazione dei più importanti istituti bancari del paese. La moneta crolla e la Borsa sospende tutte le attività. L’Islanda viene dichiarata ufficialmente in bancarotta. Dimissioni, elezioni anticipate e tutto l’iter che normalmente una nazione civile segue in casi di una siffatta gravità. Il popolo scende in piazza per quattordici settimane, assedia il parlamento, costringendo con la PACE il governo conservatore a dimettersi. Il nuovo Parlamento composto da nuove menti geniali costantemente al lavoro, da figli della democrazia e della res pubblica, partorisce la brillante l’unica via possibile che potesse risollevare la questione. Far pagare al popolo una tassa extra di 100 euro mensili per 15 anni, sì da garantire il reintegro del debito. Facile, no?! I cittadini pagando appena 18 mila euro, quindi, avrebbero riparato i madornali errori degli speculatori privati. Fu allora che la rivoluzione silenziosa entrò nel vivo. Un referendum vinto con il 93% dei voti contrari a pagare il debito, malgrado il ricatto psicologico indotto da Olanda e Inghilterra (principali reintegratori del debito in prima istanza) che minacciavano di isolamento totale che avrebbe ridotto l’Islanda ad una sorta di reietta del Mare d’Europa Settentrionale.
Il governo finalmente decide di mettere sotto inchiesta i veri responsabili della debacle che in successione e braccati dall’interpol fuggono dal paese. La rivoluzione è fatta ed il popolo iniziò a scrivere una nuova costituzione, una costituzione partecipata su internet in modo da consentire a tutti di avanzare proposte e condividerne la stesura. Altro che segretezza! Altro che violenza e spargimento di sangue!
Il popolo islandese ha dato al mondo una lezione di educazione civica di straordinario esempio, applicando alla lettera l’art. 1 della nostra costituzione secondo cui “…la sovranità appartiene al popolo…”
Una frase dalla forza dirompente e dalle conseguenze inimmaginabili nella sua applicazione per gli appartenenti a quella elite di giacche a doppio petto inamidate, incartapecorite e ghignanti come il peggiore dei signor Burns, proprietario ultracentenario della centrale nucleare di Springfield.
Come mai nessuna eco è stata data ad una notizia così rivoluzionaria e significativa , non soltanto da un punto di vista prettamente economico, ma anche umano e civile?
Meglio non far passare una notizia che possa svegliare altri dal torpore atavico, far abbandonare la posizione prona in cui siamo ingessati da anni, e vestire i panni di una rivoluzione silenziosa o no che sia?!
Molto meglio farsi tenere al caldo le sinapsi da reality e signorine sculettanti che ci fanno dimenticare ogni problema reale!
Meno male che internet c’è!!!

Alessandro Ponte

5 commenti:

  1. Sotterranea e silente il risveglio vive in qualche essere umano.
    Il nostro paese dorme trannquillo per gli interessi di lobby e faccendieri vari che percorrono le stesse strade europee di sottomissione futura, ad un sistema che vedrà le banche uniche signore.

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  2. ..è vero: grazie al web la notizia di quel che è successo sta cominciando a girare....Ho visto altri blog che seguo che hanno dato rilevanza a tali accadimenti..la cosa mi fa contento..forse non piacerà saperlo a coloro che pensano al "popolo" come una massa inerte e credulona ..questa per me è una grande opportunità di risveglio...E' bene che si cominci a fare chiarezza sul mondo degli speculatori e i manipolatori dell'economia virtuale oscuro e cancerogeno...

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  3. grazie Alessandro per aver esposto in maniera così chiara ciò che accade in un piccolo e dignitoso paese.Hai fatto un'attenta analisi di ciò che è in questo momento l'informazione nel nostro paese.

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  4. Si il web è un grande strumento, soprattutto alla portata di tutti. Hai dato una notizia completa di qualcosa che non conoscevo. Bravissimo.

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