Questi versi dell'amico Josè Pascal dedicati ai familiari delle vittime del terremoto aquilano, rinnovano, con potenti e suggestive immagini, il dolore provocato dalla terra che trema. Lacrime e boati nell'attesa di un domani di vita e speranza. Un pensiero va agli abitanti dell'Emilia Romagna che hanno perso il sorriso nei giorni scorsi. [R.C.]
"Per non dimenticare il terribile terremoto dell'Aquila: desidero inviarvi un breve componimento che ho scritto in questi giorni, pensando soprattutto ai genitori dei ragazzi della casa dello studente dell'Aquila.
Ho scritto questa poesia per non dimenticare quella tragedia che condizionerà per sempre la vita dei familiari delle vittime".
L’inizio della fine
Siamo qui ad aspettare un semplice sì,
un qualsiasi segnale che smuova la nostra testa,
che sposti le lancette annodate del nostro tempo,
immobili,
eppure in un impercettibile movimento continuo teso a
ricordare il passato,
a consumare quell’attimo in cui un alito di vento ha
soffiato più forte portando via il tutto
e lasciando qui soltanto, l’inutile resto.
Tutto è immobile, fermo, impassibile,
eppure lì fuori c’è un rumore assordante, un gran
chiacchiericcio.
La gente sorride, ci parla, ci abbraccia,
ma niente ci smuove.
Tutto inesorabilmente tace e scorre senza un presente.
Figuriamoci un futuro.
E’ solo un brutto incubo - ripeto fra me e me - passerà,
niente di tutto questo è vero!
Provo a svegliarmi da questo atavico torpore ma nulla ci
appartiene, nemmeno la nostra vita.
Mi sento soffocare, manca l’aria, si stringe la gola, duole
il cuore, soffoca lo stomaco, tremo fino ai piedi, piango e il tempo non passa
mai.
Ma è già sera e tutto muta e riporta sempre a quell’istante
in cui il vento ha soffiato più forte,
tutto si è fermato e la vita ha smesso di sorridere e il
nostro cuore di sognare.
Aspettiamo un altro domani e speriamo nella vita che verrà.
[Pensiero estratto dalla scatola di latta di Josè Pascal]
Quando "il vento soffia più forte" l'uomo torna ad essere un bambino, pieno di paura, impotente e sconvolto da forze incontrollabili e sconosciute.
RispondiEliminaDa Abruzzese, non me lo potrò mai dimenticare. E ogni notte, appena mi infilo a letto penso... "e se..." e poi dormo, perchè altro non si può fare.
RispondiEliminaUn ricordo terribile e ora c'è anche l'Emilia. Elvi
RispondiEliminaCiao, sono stata varie volte all'Aquila, (ho dei parenti là) ma non sono mai riuscita ad immaginare la distruzione e lo sfacelo materiale ed umano che si è creato...ho visto le immagini, sentito i racconti, ma impossibile capire fino in fondo come è cambiata la vita di migliaia di persone...si può dare la solidarietà e ricordare (come hai fatto tu)
RispondiEliminaun disastro che tanti subiscono tuttora...
Ciao, ciao, Floriana
A quell'angoscia non c'è rimedio penso che rimanga per sempre; ma almeno la carezza di un grande padre, che è il resto dell'umanità solidale. Abbiamo bisogno di uno Stato attento. Sono rimasto molto esacerbato dal sentire che lo Stato pensa ad una assicurazione privata, con il decreto n. 59.
RispondiEliminaciao
ho creato un altro blog un antipasto qui in questo portale trovi il collegamento nei miei due blog fra le ossa e org di membra.
RispondiEliminabello questo tuo frammento
La terra che trema, di fronte alla stasi impassibile delle cose. Un richiamo al passato, al tempo che corre inesorabilmente, quando lo si vorrebbe frenare forse, fargli fare una pausa, cambiare, modificare ancora nell'illusione di essere un Dio folle che può creare quello che deve venire a proprio piacimento. Ricorre spesso ultimamente il rimpiato per le temps perdu nel tuo blog. E questo lo lega stranamente anche al mio. Un saluto.
RispondiEliminaE' un brutto momento..Per chi vive nell'isola che trema è ancora piu' triste perchè rievoca momenti uguali già vissuti.."Aspettiamo un altro domani" che sia migliore.
RispondiElimina..davvero un componimento forte,espressivo e profondo.Un dolore inaccettabile ed imprevedibile.Sono bellissime le tue opere e nelle tue parole e' forte e chiaro un messaggio: chi le scrive ha un grande talento artistico ed anche quell'inquetudine tipica degli animi sensibili.Grazie per il tuo commento alla mia fiaba,lilybets.
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