Sbarcan sull’isola gli uomini neri,
cercan la pace e la libertà,
triste è la sorte per gli stranieri,
trovan uno stato che ospitarli non sa.
La storia ci insegna che abbiam poca memoria
e l’unità una chimera sarà,
per una nazione che non ricorda la gloria,
triste è la sorte che la attenderà.
Danzan burattini dentro l’arena
e lo spettacolo pietoso si presenterà,
pensa la gente che assiste alla scena,
triste è la sorte che male ci fa.
Strana è la sorte di questa nazione,
che gioie e dolori da sempre ci da,
di mille colori è il suo balcone
ogni speranza mai tramonterà.
Raccontan le storie gli anziani ai bambini,
tramandan memorie che tesoro saran,
lavoran artigiani con i contadini,
ricchezza più grande mai si vedrà.
Pulsano i cuori delle formiche,
una voce si spande fra agri e città,
sbucan dai fori e dalle stradine,
un urlo accorato reclama Unità.
Poesia estratta dalla "scatola di latta"
di Josè Pascal
Un componimento assai originale (sarà a causa della traduzione). Bello, nella sua diretta attualità.
RispondiEliminaBuona domenica.
Grazie Massimo per avere definito "originale e attuale" la mia poesia.
Eliminabuona vita
siamo tutti burattini, lo sappiamo e infondo ci va bene così...altrimenti sarebbe diverso.
RispondiEliminaun caro saluto.
Hai perfettamente ragione Lady. Siamo dei burattini! Non protestiamo perchè non abbiamo memoria. Lasciamo scorrere il tempo senza reagire e l'Italia e tutto il mondo affonda.
EliminaIl ritmo della poesia mi ricorda quelle dei poeti dell'Ottocento. C'è in essa uno spirito - come dire - comunitario, un desiderio di unità che all'Italia manca o è molto debole.
RispondiEliminaL'immagine è splendida, da Risorgimento italiano.
La poesia è nata per ricordare e ripercorrere i 150 anni d'unità d'Italia.
EliminaBuona giornata Ambra
Una sacrosanta verità.
RispondiEliminaGrazie Costantino. Purtroppo è una sacrosanta verità.
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