Un affettuoso augurio per un Buon Natale ed un 2014 sereno a tutti gli amici di C8 line.
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mercoledì 25 dicembre 2013
lunedì 2 dicembre 2013
Le fabbriche della morte
L’Italia è una
repubblica fondata sul lavoro.
Il lavoro nobilita
l’uomo.
L’elenco potrebbe
proseguire a lungo, ma il concetto non cambierebbe.
La costituzione
italiana lo tutela e promuove in ogni sua forma. Lo statuto dei lavoratori,
emanato dopo lotte sanguinose nel ben lontano 1970 ha lo scopo di tutelare i diritti fondamentali dei
lavoratori dipendenti e delle rappresentanze sindacali di fabbrica, di garantire un corretto rapporto tra questi e
la direzione aziendale, di sancire la libertà di opinione del lavoratore.
Eppure in questa Italia
martoriata, il lavoro si trasforma giorno dopo giorno in un massacro. Cantieri
non messi in sicurezza, edifici fatiscenti e, non ultimo, schiavismo.
È evidente il
riferimento alla tragedia accaduta a Prato, fino a qualche anno fa città dai
pregevoli manufatti lanieri e di tessuti in genere, oggi città caduta nella
crisi e nelle mani di stranieri che importano abitudini del luogo natio. Lungi
da me un discorso razzista, analizzo i fatti. La fabbrica – dormitorio in cui
si è consumata la disgrazia che ha visto 7 morti e due feriti, mi fa sorgere
una domanda: in che anno siamo? Forse la rivoluzione industriale,
caratterizzata dallo sfruttamento dell’operaio la cui unica soddisfazione era
ubriacarsi la sera e stramazzare al suolo per stanchezza e alienazione non era
finita da circa duecento anni? Forse i secoli cambiano, ma il problema rimane:
se qualcuno “osa” denunciare lo sfruttamento perde quel po’ che ha per
un’infima sussistenza e, in ogni caso, “lì
fuori ce ne sono centinaia a prendere il mio posto”. Insomma è la
disperazione che mette in moto le nostre azioni e le nostre scelte, ammesso che
di scelta si possa parlare. Ci hanno lavorato sodo per ridurci così…e ce
l’hanno fatta. Disposti a rischiare la stessa vita, a condurla ai margini della
società, a renderla invivibile pur di avere un minimo emolumento che possa
farci sopravvivere, anche se come bestie.
Dove sono i
responsabili di questo continuo calpestio ai diritti inalienabili dell’uomo,
quelli sanciti nelle Costituzioni, nella Dichiarazione universale dei diritti
dell’uomo? Perché in Italia le leggi, la buona creanza, le libertà e i diritti
devono rimanere soltanto vuote parole prive di applicazione pratica? Cosa
potremmo fare nel nostro piccolo per supplire alla cecità della politica che si
lascia scivolare tutto addosso, intenta com’è a pensare alla prossima tassa che
non farà altro che spingerci ancora di più verso la disperazione?
Eppure appena pochi
giorni fa ho assistito ad una conferenza iniziata con le parole: “L’Europa è il
posto migliore dove nascere”. Certo se ci paragoniamo a uno dei paesi africani
in cui per bere un bicchiere d’acqua i bambini sono costretti a fare venti
chilometri scalzi, forse è vero. Ma è un parametro che non funziona. Non possiamo
dire che siamo fortunati o che si sta bene per il fatto che apriamo un
rubinetto o accendiamo un interruttore. Cosa dire di tutti quei disperati che
si sono tolti la vita per la disperazione di aver perso il posto di lavoro a
cinquant’anni? Li abbiamo già dimenticati? Dov’è la dignità umana? Che fine
hanno fatto le lotte dei nostri padri/nonni orgogliosi di combattere per ciò
che era giusto e non per il tornaconto personale. Lo sconforto sta per prendere
il sopravvento e, pur con tutte le speranze che possiamo avere, quando vedremo
la luce fuori dal tunnel?
Giulia Bolle
domenica 6 ottobre 2013
Speranza di un domani migliore
Gericault, La zattera della Medusa
Nera la notte… debole speranza di un domani migliore
Risparmi di sempre traghettano la paura verso nuovi confini
Bambini tremano stretti ai cuori delle madri…sognano un
domani migliore
Il mare è nemico
Non offre ristoro
Non concede tregue negli occhi alienati
dal dolore e lo strazio
Dalla guerra si fugge cadendo in battaglie peggiori…speranze
di un domani migliore
La terra è vicina
I pianti e le bombe si odono soltanto nella mente ormai
Ma il destino è segnato
Legato a un filo sottile di luce nascosta
Si inabissano le anime che perdono tutto senza avere niente
Ecco il domani migliore: l’addio ad un mondo violento, meschino.
Corpi giacenti in terre straniere e anime in volo.
Giulia Bolle
lunedì 16 settembre 2013
Una mosca tra i miei pensieri
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Roscio - Una mosca tra i miei pensieri - acquerello e inchiostro su carta d'Amalfi |

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Roscio - Una mosca tra i miei pensieri acquerello e inchiostro su carta d'Amalfi - Particolari |
venerdì 6 settembre 2013
Si riparte
Bentornati !!!
Cari
amici, siamo tornati dopo il periodo estivo. Ad aprire la stagione è
Giulia che, osservando fatti, notizie e realtà, ha voluto condividere
alcune ironiche riflessioni.
A presto. R.C.
Le vacanze sono terminate in fretta e
rieccoci alle prese con la solita routine che fingiamo di dimenticare, per un
attimo, tra le onde di mari affollati e serate di incantevoli cieli stellati.
Ma, tranquilli, niente è cambiato con
la calura di agosto: l’Italia è tutta stretta intorno alle vicende del
“cavaliere mascarato” che avrà ben speso i suoi pochi giorni di meritate ferie
in qualche ostello della gioventù per risparmiare il misero stipendio da onesto
lavoratore e, prendendo due piccioni con una fava (mai con in questo caso detto
fu più azzeccato!!!) avrà anche fatto conoscenza di qualche dolce e impaurita
giovinetta che attendeva un tutore di tutto rispetto.
La scuola sta per ripartire con i
soliti problemi di sempre: precari che vengono assunti ancora a tempo
determinato a 66 anni, scuole fatiscenti, alunni demotivati a causa di un
sistema balordo che li marchia a fuoco come bestiame con un anonimo numero
identificativo, insegnanti che a soli 87 anni di età non posso andare in
pensione per le recenti e intelligenti riforme secondo cui la cessazione dell’attività
lavorativa deve avvenire ad un’età che soltanto Mr. Burns e "Il gobbo
divo" possono vantare.
Le guerre..beh si quelle sono
terminate grazie ai potenti della terra che hanno abolito tutte le armi
spostando i lori interessi e capitali per migliorare la questione sociale e
quella ambientale. Avremo un mondo pulito ed efficiente in cui sono state
abolite burocrazia, inquinamento, denaro e potere!
Il mondo della cultura ha fatto passi
da gigante; avremo una stagione ricca di eventi e avvenimenti. Basta accendere
la tv, sinonimo già di cultura, per vedere i succulenti piatti che ci stanno
preparando: fiction, reality e trasmissioni full time in cui galline urlanti si
strappano i capelli per il toy boy di turno privo di qualsivoglia forma
neuronale.
Il
femminicidio è stato sconfitto, la delinquenza debellata, la mafia annientata,
dagli ospedali si esce in perfetta salute e la disoccupazione è allo 0,1%.
Insomma
bentornati nell’incantato e incantevole mondo made in Italy.
Giulia Bolle
giovedì 18 luglio 2013
Pensieri d'estate
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Senza titolo (2000) - Acquerello e penna su carta |
Una sortita dalla latitanza ci voleva proprio, foss'anche solo per augurare a tutti BUONEVACANZE.
Spero di tornare presto assiduamente ad imbrattare le mie e le vostre pagine.....
Intanto tre pensieri semplici dall'estate del 2000.
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Senza titolo (2000) - Acquerello e penna su carta |
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Senza titolo (2000) - Acquerello e penna su carta |
mercoledì 22 maggio 2013
L'angelo iconoclasta
Un altro angelo visita i miei "giardini sospesi", ricordate l'angelo indifferente? Beh mi sembrava riduttivo lasciarlo da solo a fumare il sigaro in attesa del cielo, così, mosso a compassione, un "tronco con delle ali annaspanti" gli farà compagnia in attesa che la sega da boscaiolo, di cui cerca di valutare il potenziale vigore, compia il suo inevitabile destino e gli consenta di spiccare il volo.
Propongo oggi un'anteprima dell'angelo iconoclasta, tracciato a matita quale studio propedeutico alla futura versione che, come sempre, sarà dipinta su polistirolo. Spero vi piaccia.
P.S. L'angelo indifferente lo trovate alla pagina arti grafiche.
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L'angelo iconoclasta, 21/03/2013 - (37x22 matita su carta) |
giovedì 16 maggio 2013
Gocce di smeraldo in un mare d'argento.
L'ombra mi culla e mi ristora.
un fuoco di ghiaccio ardente,
guida del mio navigare,
mi conduce ad acque tranquille
attraverso una violente tempesta.
L'impeto furente del vento notturno
riduce in cenere le candide vele.
La marea trascina lenta il legno
che scivola fluida sul velo lucente.
Sorge il sole, si sveglia il sereno.
Musica in festa si ode in lontananza.
Il mare è calmo, la nave immobile.
Gocce di smeraldo in un mare d'argento
e un triste sorriso.
Non sono io.
Il mio cuore è di vetro.
Quest'uomo che vedi è un miraggio.
Ascolto in silenzio
le parole che mi bisbiglia il vento.
Perchè non le senti?
le grida forte.
Quanto vorrei vederti sorridere incurante del nulla
amante del tutto.
Non ammirare, ama.
Solo così capisci che non sono io.
Riccardo Romboni
giovedì 9 maggio 2013
Pensieri semplici 3
Osservo queste composizioni istintive meditando l'intento ambizioso di comprendere di più me stesso, alla luce di questi simboli inconsci. Vorrei trarre dei significati con occhio forse troppo arrogante e mi perdo inevitabilmente nell'ignoto. Ci rinuncio, ma con animo rassegnato. Ho sempre letto Freud con certa diffidenza o forse..... con invidia.
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Senza titolo (2000) - Acquerello e penna su carta |
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Senza titolo (2000) - Acquerello e penna su carta |
giovedì 2 maggio 2013
Studio legale JUS&JUS
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Il corridoio con le sue teche di vetro che fungono da
filtro dalla sala praticanti, presa di luce naturale e
prismi espositivi dettando un ritmo che attenua
l'effetto "budello".
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Vestire un corpo illustre si
confronta sempre con la necessità di velare senza camuffare, è un’operazione
difficile, che presume senza supporre, che deve tener conto della volontà di
caratterizzare nel rispetto di membra definite ed autoreferenziate. E’ questa
la filosofia che ispira l’intervento che vi propongo in questo post, che ispira
le scelte tangibili e, di conseguenza, la volontà di comunicare attraverso la
materia.
Materia e luce a servizio di una “funzione”
attuale concepita secondo schemi evocativi senza però voler sottrarre alla
storia il suo valore aggiunto all’interno di uno dei contenitori edilizi più
rappresentativi della mia città.
La funzione è quella di studio
legale, nell’immaginario collettivo marcatamente austera e legata ad una solida
tradizione che la percepisce attraverso simboli come la carta ingiallita, il
legno scuro intarsiato ed una luce fioca che alimenta un’aura mistica, quasi
ultraterrena a cui approcciarsi con deferenza.
Mi chiedo se non sia questo il
mix compositivo che consente agli avvocati di farsi onorare le parcelle, quest’impressione
di anticamera del purgatorio che incute timore e rispetto. Se fossero davvero
questi i presupposti economici vincenti, credo che la JUS&JUS, brillante
studio legale composto da giovani professionisti di successo, non plaudirà in
futuro il mio operato.
La trasparenza del vetro, che
segna e descrive con discrezione, la materia viva del legno, la tenacia dell’acciaio
corten, amalgamate da un linguaggio illuminotecnico di grande impatto emotivo, fanno
sì che il percorso attraverso gli ambienti di questo spazio richiami quanto ci
si aspetti da una figura professionale quale quella del consulente legale.
Limpidezza intellettuale connessa
a solidità e abilità professionali immerse nei riflessi di brillanti visioni,
ecco in cosa riponiamo la nostra fiducia quando ci apprestiamo ad oltrepassare
la soglia di uno studio legale. Questo ho voluto evocare nella scelta di
composizioni dinamiche caratterizzate da materia sapientemente plasmata prima
da semplici segni e poi dalle sapienti mani di collaboratori e artigiani coscienziosi.
In questa operazione mi sono
avvalso della collaborazione di tre persone che ho contribuito a formare e di
artigiani con cui coopero spesso, e vedere i loro sguardi soddisfatti e fieri
mi ha ripagato di tutti gli sforzi fatti per dare coerenza effettiva ad un “disegno”
e a tutte le inevitabili frustrazioni derivanti da velleità negate.
P.S.- Le foto purtroppo non sono eccezionali, vi posso assicurare che dal vivo è molto meglio.
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Legno, vetro e acciaio corten: insieme eloquentemente |
sotto: trasparenze e luci e materia e luce

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Il pavimento in Wenge che specchia il controsoffitto soprastante in vetro |
materia e dinamismo
mercoledì 17 aprile 2013
La goccia
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Dal taccuino dei pensieri semplici: Speranza e desiderio, 2013 acquerello e inchiostro su carta |
Mentre una goccia cade con l’ostinazione di un
martello,
scavando puntigliosamente la mia inquietudine,
traccio sentieri improbabili,
arrampicandomi su metafore impervie.
Non riuscendo ad esistere dentro un cuore tiepido
spero di morire,
tra le fiamme del girone dei reietti,
senza celarmi dietro la disinvoltura di un
ipocrita ornamento.
A questo punto, solo l’odore mi lega al tuo
seno,
sospeso ma avvinto alle tue viscere
come un feto in un grembo di ghiaccio.
Resta in piedi una bellezza esanime,
un concetto artefatto su una pagina bianca.
Lotto contro il tempo,
rappresentando la mia storia prima che finisca.
Prima che finisca.
Rosario Ciotto
mercoledì 10 aprile 2013
Pensieri semplici 2
mercoledì 3 aprile 2013
PENSIERI SEMPLICI
Certe
giornate mi vedono vagare per lo studio in attesa dello scontro con qualche
“occasione” che mi renda tollerabile esistere e puntualmente qualcosa accade.
Stavolta, un bisogno inconscio mi guidava verso la stesura di quelli che definisco
impropriamente “pensieri semplici”, degli sfoghi di natura surreale dove
esprimo, senza la solita logica articolata, umori frutto del momento. Cercai
così, trovandolo, il mio contenitore di tali irriflessioni, un taccuino in
carta d’Amalfi sul quale sputo con passione questi segni metafisici, una sorta
d’istintiva contorsione che normalmente viene arginata da un rigido
coordinamento del pensiero.
Nasce
così una nuova pagina di C8LINE denominata appunto “Pensieri Semplici”. Oggi propongo tre lavori, realizzati con tecnica ad acquerello nel
1999, periodo in cui ho avuto il “coraggio
di imbrattare una superficie che solo fino a ieri mi sembrava perfetta nel suo
candore irregolare o troppo preziosa per contenere dei segni che la potessero
violare”,
così scrivevo in seconda di copertina.
Spero apprezziate.
Rosario Ciotto
martedì 12 marzo 2013
Lo zoo Italia
Povera Italia di Rocco Grieco |
In un paese il
cui cancro peggiore (oltre alle tradizionali e trascurabili corruzione, mafia,
tangenti, ecc) è la disoccupazione, che ha raggiunto livelli degni del crollo
della borsa del ’29, i posti più ambiti sono vacanti. Papi, presidenti,
senatori, deputati. Un’Italia orfana, abbandonata ad un destino che da almeno
un ventennio non le sorride più.
L’inverno
sembra lasciare posto ad una timida primavera annunciata dal forte frinire di
“grillini” sempre più numerosi. I giaguari non sono stati smacchiati. Il
caimano è ancora libero.
Un gran bello
zoo l’Italia!!!
E mentre lo
sgretolio del suolo natale si ode sempre più forte, per cosa si affannano i
grandi che hanno accesso alla stanza dei bottoni? Si riuniscono in gregge
davanti al palazzo di giustizia di Milano per cantare l’inno di Mameli, quale
gesto di solidarietà verso il loro mentore e la loro guida spirituale di
altissima levatura morale.
Mossa
equiparabile ad una manifestazione che inneggia alla verginità capeggiata da
Moana Pozzi e Cicciolina!
Ebbene si,
anche questa è l’Italia…o forse ormai è soltanto questo.
Delinquenti
che insultano delinquenti di essere delinquenti!
Malati
immaginari che rimandano al mittente la visita fiscale, considerata onta e
oltraggio alla limpidità di un uomo che, da sempre, è trasparente come un
pantano fangoso.
Ma che
volgarità chiedere conferma di una presunta malattia, casualmente arrivata in
concomitanza con l’ennesimo processo per favoreggiamento della prostituzione di
una minore!!!
Ora che ci
penso qualche anno fa, io piccola ed inutile mortale che “si fa il mazzo”, fui
costretta a casa per problemi di salute, e udite udite il medico fiscale arrivò
puntuale come un orologio svizzero pretendendo anche di visitarmi per
verificare che non stessi frodando lo Stato italiano, sinonimo di garanzia e
tutela per i suoi cittadini. E se non mi avesse trovata nel mio domicilio o se
lo avessi accolto con: “scusi dottore adesso non posso riceverla, torni più
tardi”, avrei visto decurtare 2/3 del mio cospicuo stipendio. [I cittadini sono
tutti uguali davanti alla legge. Art.3 della Costituzione italiana]
E intanto non
sappiamo far altro che sprecare tutte le nostre energie per commentare
indignati che qualcuno dovrebbe uscire dalle cariche istituzionali per accuse
di mafia, corruzione, compravendita di senatori, conflitto di interessi
(scusate non posso elencare tutti i capi d’accusa). Altri per mancanza di
carattere e potere decisionale. Altri ancora perché pur volendo apparire come i
riscattatori della dignità civica e della pulizia politica, hanno dimenticato
quelle 13 società off shore casualmente intestate a collaboratori.
E mentre il
mondo guarda l’Italia trattenendo il fiato per chi sarà il prossimo che
indosserà l’abito bianco affacciandosi dalla finestra di piazza San Pietro, si
sbellica dalle risate declassandoci a “BBB+” per l’incapacità di uomini adulti
e consapevoli di creare un governo dopo quasi tre settimane dalle elezioni da
350 milioni di euro.
E mentre
godiamo di questa atmosfera circense, aspettiamo che si compia l’amaro destino
di un popolo-gregge i cui pastori non vogliono e non sanno portare le proprie
pecorelle se non per l’impervia strada europea che le condurrà inesorabilmente
verso il burrone.
Viva l’Italia!
G. Bolle
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