lunedì 6 giugno 2011

Metamorfosi della visione

INTERAZIONI, stampa digitale su stoffa. 100x80
“Immagine – camaleonte, bella donna, ma soprattutto donna del suo tempo, accetta tutti gli omaggi e crea ogni tipo di ibridazione. Luogo di passaggio, superficie senza profondità, ebbra di velocità, troppo liscia per lasciarsi turbare da un sentimento, aggressiva nel suo aspetto per nascondere la fragilità della sua essenza, ed infine effimera per definizione. L’immagine è uno specchio e il moltiplicarsi dei suoi riflessi suggerisce il labirinto dello spazio moderno”.   

GROVIGLI, acrilico su stoffa. 100x75
INTRECCI, stampa digitale su tela. 100x70




















Sono passati più di tre decenni dagli esordi sulla scena internazionale di modi di fare e  di pensare l’arte imperniati sull’impiego di strumenti che siamo abituati a chiamare “nuove Tecnologie”. Il video, il computer e le loro molteplici interazioni.
Da allora si sono diffuse nei territori dell’arte le articolazioni di un nuovo linguaggio, carico di ipotesi, problematiche affascinanti, non solo per lo stringersi di un rapporto tra arte e tecnologia, che elimina manualità e procedimenti tradizionali a favore di un fare mentale che implica un’interazione  particolare tra artista e macchina, ma anche e soprattutto per le realizzazioni che ne scaturiscono.
Fondamentale è dunque per l’artista l’attitudine a una sperimentazione in direzioni diverse e ad una continua intesa con i linguaggi elettronici.


SEDUZIONI, stampa digitale su tela. 70x50
 Le opere da me presentate si configurano come “metafore del mutare” sui rapporti presenti all’interno di una comunicazione invasiva, stimolante e stordente sia della natura che della cultura (mutante appunto) in cui siamo immersi.
Una realtà nei cui confronti ci si pone in termini di indagine ed interpretazione, rappresentandola o trasfigurandola, manipolando l’apparenza e l’esperienza, utilizzando e volgendo a significati altri proprio quelle tecnologie multimediali che la caratterizzano.
I dipinti (alcuni non dipinti) mostrano come il mondo digitale possa analizzare in maniera poetica e sensuale (non fredda e asettica) gli eterni temi della pittura.
Protagonista delle opere è appunto il colore, un colore che si trasforma, modellando forme che danno vita a creature di un mondo (quello digitale) dove tutto diventa possibile. Un universo femminile che attraverso mutazioni, ombre e scomposizioni si materializza per celebrare la bellezza misteriosa di un corpo di donna.

CELESTE, stampa digitale su stoffa. 100x80 
Le opere rappresentano anche l’aspetto della metamorfosi femminile in una costante decostruzione del soggetto, uno scorcio umano che viene addizionato e scomposto secondo un procedimento di frammentazione, si arriva così a stravolgere l’immaginario artistico, con il ricorso di una visualizzazione che si allontana dal realismo pittorico rendendola estranea dal mondo organico.
Diventa così una specie di coinvolgimento etico nel mondo in continua trasformazione, all’interno dell’immagine si affaccia così sorprendentemente il volto e lo sguardo del reale trasformato.
Lucia Torrente

5 commenti:

  1. Per quanto ci sia l'intervento delle "macchine", in ogni caso è la sensibilità dell'artista a guidare il risultato finale. Basta considerare i mezzi tecnologici uno dei tanti strumenti a disposizione per esprimere l'anima, i sentimenti, le emozioni. Mi piace molto la descizione, il concetto di decostruzione, di composizioni alternative che cantano la bellezza della donna in modo non tradizionale.
    Roberta

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  2. Belle immagini, emozionanti. Brava!

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  3. Nei dipinti credo sia possibile percepire le zone più opache dell'anima e far scaturire l'interiorità verso l'esteriorità come dice Platone, soprattutto in questi dove è presente un forte uso di colori vivaci, decisi e luminosi. Tutte le opere hanno ritmi e punti comuni, le linee si fanno più sinuose, più morbide e dolci. Molto bello quello che l'artista cerca di rappresentare, io ci vedo anche spiritualità, amore... luce. Complimenti!
    Luigi

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  4. Ammirando questi dipinti mi accorgo che l'artista pone le sue "donne" in un contesto di solitudine come creature pronte a rigenerarsi.
    Gli elementi della natura non si pongono nella sua pittura, in senso coreografico e descrittivo ma quali personaggi entro cui abbandonarsi: le immagini allora diventano animate con cui dialogare segretamente per approdare verso la forma della luce, dove il senso, la verità e la bellezza appaiono nel loro pieno splendore. La luce si pone come la forma e la perfezione - mutuata da una abilissima e sapiente gestione tecnica - della sua arte.
    Davvero brava!
    Irene

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