lunedì 28 marzo 2011

Mutazioni. Il viaggio dall’idea all’oggetto. Un percorso progettuale.



La metamorfosi incarna l’archetipo di un mondo pulsante di creatività, un rinnovamento interiore indispensabile alla crescita dell’uomo. Facendo scorrere questo concetto attraverso il fiume dell’animismo, trovo che anche gli oggetti e le idee si evolvano.
Tutto partì da uno di quei momenti che io definisco di ozio creativo quando, accantonando le inevitabili abrasioni quotidiane, mi persi, come di rito, in una dimensione semionirica. Così, in uno di quei pomeriggi di “scazzamento” atavico, giocherellavo con uno di quei foglietti di carta vergatina riciclata sui quali amo proiettare le mie contorte elucubrazioni mentali. Il foglietto, al pari delle mie meditazioni, si contorceva tra le dita quasi avesse vita propria e proprio tra le “pieghe di una piega” mi venne in mente che con due tagli ed una plissettatura sarebbe uscita fuori una seduta, semplice ma efficace. 




Nacque “Q”, battezzata così perché in sezione ricordava vagamente quella lettera e perché dei nomi, al pari dei titoli delle mie “opere”, non mi è mai importato molto. L’ho pensata subito in materiale plastico trasparente con due cuscini ad incastro per renderla più confortevole. Come di rito, presi allora il mio onnipresente moleskine e ne tracciai subito i contorni. Da quel momento una serie di sguardi diffidenti la valutarono con circospezione. Essa rimase cianotica per un po’, poi stuzzicata dai miei tratti sempre più energici vagì copiosamente. L’idea mi sembrava originale, erano gli inizi degli anni novanta e le superfici piegate facevano appena capolino nello stato confusionale dell’architettura. Dal taccuino all’elaborato 3d, attraverso il dovuto omaggio ai canoni antropometrici, il passo fu breve, poi … la voracità del cassetto dell’indolenza fagocitò, come sempre, tutto quello che elaboro, trasformandolo nell’ennesima incompiuta. Ultimamente, una necessità progettuale mi impone la realizzazione di una seduta a scomparsa, qualcosa che si potesse piegare e dispiegare alla bisogna. Il concetto di piega mi tornò alla mente e rispolverai il concetto. Gli spigoli rigidi si trasformarono in cerniere e il morbido comfort dei cuscini sostituita da quella di una culla in cuoio.
Nasce così da un’idea vecchia di vent’anni, un altro concetto di seduta che, dopo appena un decennio, finalmente spero di realizzare.




4 commenti:

  1. wow geniale :-o :-) angela:)

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  2. siccome conosco la "voracità del cassetto"...ti dico di lasciarlo aperto quel tanto che basta per far girare questi due splendidi progetti.

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  3. Ogni persona, ogni cosa ha i propri tempi che vanno rispettati affinchè possa vivere in armonia con tutto ciò che lo circonda. Forse, quindi, non è importante quanto qualcosa impieghi a nascere, quanto piuttosto l'effetto che produce una volta vista la luce. E le cose belle non possono che produrre sentimenti positivi. Davvero una bella idea

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  4. Grazie per i commenti, spero che il risultato sia all'altezza dell'intento. Chiaramente appena prodotta posterò le foto.

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