martedì 21 giugno 2011

Mi stanno bruciando le ali


Lui non poteva chiudersi
dentro la stanza
e pensare
che attorno non c'era nessuno
perchè attorno c'era la stanza.
Nessuno era la stanza.
Troppo piccola vista dal cielo
la stanza era tutto in quel momento.
Era tutto.
Perchè gli stavano bruciando le ali?
"L'unica cosa da fare è tendere la mano"
pensò.
Ancora aspetta

Poesia e illustrazione di Rosario Ciotto

7 commenti:

  1. Il palazzo incrinato è la cosa che più mi ha colpita... perchè?

    RispondiElimina
  2. e ma se mi chiamavi venivo io a spegnere le ali ad aiutarti a ricostruirle e a darti la mano...che ne sapevo io che eri chiuso nella stanza...chiama la prossima volta... anzi no...mi sa che è meglio che ogni tanto vengo a bussare io alla porta delle tua stanza:-D angela:)

    RispondiElimina
  3. bella la poesia e molto suggestiva anche l'immagine. Sei molto bravo!

    RispondiElimina
  4. L'altra stanza

    c’è sempre qualcuno nell’altra stanza
    che ascolta da dietro la parete.

    c’è sempre qualcuno nell’altra stanza
    che si chiede cosa stai facendo
    lì per conto tuo.

    c’è sempre qualcuno nell’altra stanza
    che ha paura che tu stai meglio da solo.

    c’è sempre qualcuno nell’altra stanza
    che pensa che tu stai pensando a qualcun’altro
    o che pensa che a te non ti importa di nessuno
    tranne che di te stesso in quell’altra stanza.

    c’è sempre qualcuno nell’altra stanza
    che non gliene importa più di te come una
    volta.

    c’è sempre qualcuno nell’altra stanza
    che si arrabbia quando fai cadere qualcosa
    o che si secca quando tossisci.

    c’è sempre qualcuno nell’altra stanza che fa finta
    di leggere un libro.

    c’è sempre qualcuno nell’altra stanza
    che parla per ore al telefono.

    c’è sempre qualcuno nell’altra stanza
    che non ti ricordi mai bene chi è
    e ti sorprendi quando fa rumore
    o cammina lungo il corridoio per andare in bagno.

    ma non sempre c’è qualcuno nell’altra
    stanza perchè
    a volte non c’è un’altra stanza.
    e se non c’è
    a volte non c’è proprio nessuno neanche
    qui.

    da Il primo bicchiere, come sempre, è il migliore, di Charles Bukowski

    (anche se commentare citando altri lo detesto!)

    RispondiElimina
  5. Confermo!
    Suggestiva sia la poesia, che l'immagine!
    Bravo

    Ciao
    Angelo

    RispondiElimina
  6. Cara Maraptica, il palazzo inclinato sta a sottolineare la labilità di chi, da solo, osserva il mondo da un punto di vista inconsueto. La solitudine è sempre stata una mia peculiarità, anche se ho aperto sempre la porta a chi bussava. Grazie ad Ale per la poesia di Bukowski che, per quanto mi piaccia molto, non conoscevo e che calza a pennello. Grazie a tutti i nuovi amici ed a coloro che hanno letto e commentato questo post. A presto!

    RispondiElimina